Sicurezza sul lavoro

Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi – Pubblicato il decreto ministeriale

Il Ministero del Lavoro ha reso noto che, con decreto interministeriale 30 novembre 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 285 del 6 dicembre 2012, sono state recepite le “procedure standardizzate” per la valutazione dei rischi.

Il documento, approvato dalla Commissione consultiva lo scorso 16, individua il modello di riferimento per l’effettuazione della valutazione dei rischi da parte dei datori di lavoro, di cui all’art. 29, comma 5, del D.Lgs 81/2008, al fine di individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione ed elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. La procedura deve essere applicata alle imprese fino a 10 dipendenti ma potrà essere utilizzata, volontariamente, anche dalle imprese fino a 50 dipendenti.

Il documento si compone di due parti, la prima vuole essere una linea guida alla compilazione e contiene nel dettaglio le istruzioni operative, mentre la seconda parte è costituita dalla modulistica e riporta dunque le schede da utilizzare per adempiere all’obbligo della valutazione dei rischi.

Le procedura si articola per passi:

il primo prevede una descrizione sintetica dell’azienda (a cui corrisponde il Modulo 1.1) e del ciclo lavorativo, e l’identificazione delle mansioni (e a tal fine dovrà essere compilato il modulo 1.2);

dopo aver descritto l’attività aziendale, attraverso il secondo passo si dovranno individuare i pericoli presenti, legati ad esempio alle caratteristiche degli ambienti di lavoro, delle attrezzature di lavoro, dei materiali, alla eventuale presenza di agenti chimici, fisici biologici. Per individuare i pericoli dovrà essere utilizzato il modulo 2, che rappresenta un elenco di pericoli che dovrebbe essere esaustivo di tutti i rischi che si possono incontrare nell’ambito delle realtà lavorative. Andrà contrassegnata nelle apposite colonne la presenza o l’assenza del pericolo in azienda. Nel modulo 2 sono contenuti anche i riferimenti legislativi o eventuali norme tecniche associati al singolo pericolo, nonché esempi di incidenti o criticità per ogni pericolo elencato;

il terzo passo (per il quale dovrà essere compilato il Modulo 3) prevede l’effettuazione della valutazione dei rischi associati ai pericoli così come sono stati individuati nel precedente Modulo 2, riportando anche le aree/ reparti/luoghi di lavoro con le corrispondenti mansioni/postazioni, nonché l’identificazione e l’indicazione delle misure di prevenzione e protezione attuate;

nel quarto passo (con l’utilizzo del medesimo Modulo 3, dalla colonna 6 alla colonna 8 ) saranno indicate le misure relative alla definizione del programma di miglioramento. Per programma di miglioramento si intende il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza, quali ad esempio il controllo delle misure di sicurezza attuate per verificarne lo stato di efficienza e funzionalità.

Il decreto entrerà in vigore il sessantesimo giorno successivo alla notizia della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, quindi il prossimo 4 febbraio 2013.

Tirocini

Regione Lombardia – Approvate le indicazioni per l’avvio dei tirocini in Lombardia

Con la delibera n. 3153 del 20 marzo u.s., Regione Lombardia ha emanato gli “Indirizzi Regionali in materia di tirocini” che rimandavano ad un successivo decreto l’approvazione dello schemi di convenzione e dei format dei progetti formativi.

Il decreto del 27 novembre 2012 n. 10956, che si allega, contiene le indicazioni operative per l’avvio dei tirocini curriculari ed extracurriculari sul territorio regionale:

per cittadini comunitari;
per cittadini non comunitari in condizione di regolarità sul territorio regionali;
per cittadini non appartenenti all’Unione Europea e residenti all’estero.
Il decreto contiene gli schemi di convenzione tra l’Ente promotore, l’impresa e il tirocinante, nonché il format di progetto formativo individuale che definisce gli obiettivi, le modalità e le regole di svolgimento di ogni singolo tirocinio e sottoscritto dalle parti e dal tirocinante.

Con i due provvedimenti vengono definiti gli ambiti di applicazione dei tirocini:

extracurriculari destinati a:

neo qualificati o neodiplomati del sistema di istruzione e formazione professionale;
neodiplomati del sistema di Istruzione ed ai neolaureati, e promossi entro dodici mesi dalla data di conseguimento del titolo;
inoccupati;
disoccupati;
immigrati con regolare permesso di soggiorno;
persone con disabilità di cui alla legge 23 marzo 1999 n. 68;
soggetti svantaggiati.
curriculari destinati a:

studenti che abbiano compiuto i 15 anni di età, iscritti a percorsi per l’assolvimento del diritto/dovere all’istruzione e formazione presso un’istituzione scolastica secondaria superiore o un’istituzione formativa regionale accreditata;
studenti iscritti a percorsi di Diploma Professionale regionale di Istruzione Tecnica Superiore(ITS) ovvero di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore(IFTS);
studenti iscritti a corsi universitari (laure,master,dottorati di ricerca), ovvero a percorsi di alta formazione svolti presso le Istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM);
studenti iscritti a master realizzati da istituti di alta formazione o scuole di management pubbliche o private, accreditati da Enti riconosciuti in ambito nazionale o internazionale.

Regione Lombardia – Risorse per la mobilità del capitale umano in altri Paesi UE

Regione Lombardia ha pubblicato, sul BURL n. 47 del 21 novembre c.a., il Decreto n. 10257/2012 con il quale ha provveduto alla “Approvazione dell’”Avviso a presentare progetti di mobilità del capitale umano per il rafforzamento delle competenze professionali dei lavoratori e degli imprenditori delle imprese lombarde”.

Obiettivi e principi dell’intervento
Favorire la crescita delle competenze tecnico-professionali e manageriali dei lavoratori e degli imprenditori delle imprese lombarde attraverso percorsi di mobilità europea, con l’obiettivo ultimo di promuovere l’adattabilità dei lavoratori delle imprese lombarde, l’occupabilità, il mantenimento al lavoro e l’internazionalizzazione delle imprese.

Requisiti di partecipazione
All’Avviso possono partecipare le MPMI, in qualunque forma costituite, attive da almeno un anno in uno dei settori dei servizi alle imprese indicati nel Provvedimento, oppure in uno dei settori del commercio all’ingrosso indicati nel Provvedimento (possono inoltre partecipare imprese attive da almeno un anno nel settore manifatturiero o nel settore delle costruzioni).

Caratteristiche del progetto
L’avviso si riferisce alla possibilità di realizzare un progetto che prevede – per i lavoratori e/o gli imprenditori delle aziende – periodi di permanenza in un altro Paese UE, finalizzati allo svolgimento di esperienze formative e di work experience in un’impresa.
Le esperienze formative devono essere erogate da enti formativi e possono consistere in corsi di specializzazione su tematiche connesse agli obiettivi di apprendimento o di lingua “business” e possono essere effettuati in Italia, preliminarmente alla partenza, oppure all’estero.

Risorse finanziarie
Le risorse disponibili per l’erogazione dei contributi ammontano complessivamente a € 5.000.000.

Termini di presentazione
Le domande potranno essere presentate a partire dal 29 novembre 2012 alle ore 12.00 e fino ad esau­rimento delle risorse disponibili.

Formazione finanziata

Fondo For.Te. – Nuovi bandi per la formazione continua

For.Te – Fondo interprofessionale per la formazione continua ha approvato nuovi bandi per la formazione dei lavoratori di imprese aderenti a al Fondo.

Possono presentare i Progetti i seguenti soggetti, comunque aderenti a For.Te:

Progetti aziendali

Datori di lavoro per i propri dipendenti;
Consorzi di imprese per i propri lavoratori/lavoratrici o per quelli/e delle imprese consorziate;
Gruppi di imprese: la Capogruppo per i propri lavoratori/lavoratrici o per quelli dell’intero Gruppo ovvero per una delle società costituenti il Gruppo.
Progetti pluriaziendali

ATI/ATS tra imprese, nel limite massimo di 3 aziende, compreso il Presentatore
Parti Sociali costituenti il Fondo e Associazioni territoriali e di categoria alle stesse aderenti e/o affiliate;
Enti Bilaterali nazionali e territoriali.
Gli Avvisi emanati:

1) Voucher per la formazione individuale dei lavoratori – Avviso 3/12

L’avviso è destinato alle aziende da 1 a 249 dipendenti, con  risorse complessive pari a € 4.000.000 così ripartite:

Aziende da 1 a 49 dipendenti: dotazione totale € 2.500.000; ogni azienda potrà richiedere un numero di voucher il cui valore complessivo non superi i 2.000 €, nell’ambito del presente Avviso
 Aziende da 50 a 249 dipendenti: dotazione totale € 1.500.000; ogni azienda potrà richiedere fino un massimo di voucher il cui valore complessivo non superi i 4.000 €, nell’ambito del presente Avviso.
La domanda potrà essere presentata dall’impresa nelle seguenti scadenze:

Lunedì 3 dicembre 2012;
Lunedì 21 gennaio 2013;
Martedì 2 aprile 2013.
2) Progetti formativi per la formazione in materia di innovazione tecnologica e di processo – Avviso 5/12

Con risorse complessive pari a € 1.500.000, ripartite equamente tra due scadenze:

Martedì 30 ottobre 2012, non oltre le ore 18,00;  
Giovedì 28 febbraio 2013, non oltre le ore 18,00.

Domanda di competenze e sistemi produttivi locali

Il salto di qualità del livello delle competenze in Italia dipende anche dalla capacità dell’offerta formativa di corrispondere alle vocazioni produttive locali. Non basta una mera registrazione dei fabbisogni: il nostro sistema economico fatto di reti e filiere, di piccole imprese e di consorzi deve non solo riconoscere e rilevare, ma anche contribuire a qualificare la domanda delle imprese, soprattutto quelle di minore dimensione.
Il recente Rapporto Isfol 2012 conferma che i sistemi produttivi locali rispondono alla crisi anche in riferimento a un’offerta formativa più o meno adeguata. Il mercato del lavoro italiano varia da territorio a territorio e l’insediamento delle imprese è condizionato anche dalla presenza o meno di competenze idonee. Si parla di “ interazioni cognitive” per intendere quello scambio di conoscenze, competenze, informazioni e soluzioni che permette a un territorio, a un distretto di imprese di reagire alle dinamiche dei mercati.
Il punto è duplice : evidenziare la connessione tra innalzamento delle competenze dei lavoratori e rafforzamento della capacità competitiva di imprese e territorio e stimolare le scelte dei sistemi produttivi locali perché si indirizzino sul connubio tra innovazione e conoscenza. Le ricerche svolte in questo periodo di crisi testimoniano di un livello di innovazione delle imprese italiane contraddittorio e non del tutto adeguato alle necessità ed alle prospettive. Più del sessanta per cento delle imprese, ad esempio, ha un ufficio di progettazione ed design, ma sono poche le imprese che puntano a brevettare l’innovazione ed i risultati della progettazione svolta. È un limite “ culturale “ che va affrontato con decisione, nella consapevolezza che la difesa delle posizioni sul mercato discende anche dalla tutela dei progetti e dei prodotti innovativi. Va considerata anche l’eterogeneità delle imprese , tipica dei nostri distretti e legata alla dimensione : secondo Isfol, più del 78 per cento delle imprese medio grandi ha, negli ultimi tre anni, investito nel capitale umano, contro poco più del 17 per cento di microimprese. E’ una differenza che si spiega solo in parte con il numero degli addetti e che è sintomo di debolezza e scarsa fiducia. Nelle imprese che investono meno per il capitale umano ci sono, non a caso, anche minori investimenti in controlli di qualità.
In generale, le imprese lamentano scarsa disponibilità di operai specializzati esperti, e solo le imprese di maggiori dimensioni e leader di filiera cercano manager e dirigenti con alte competenze. Una distinzione sembra emergere netta: più le imprese crescono in dimensione più richiedono competenze, mentre le imprese più piccole cercano soprattutto personale con esperienza.
Più crescono di dimensione, più le imprese tentano di brevettare i propri progetti e prodotti e più puntano alla collaborazione con gli istituti universitari ed i centri di ricerca. Tuttavia anche le imprese medio piccole riconoscono l’importanza di reti di impresa che si appoggino su centri di ricerca e su un rapporto solido con le università e con l’ alta formazione.
Resta ancora insoddisfacente, secondo tutte le imprese, l’attenzione alla domanda in termini di fabbisogni. Così non è nei settori legati alla produzione di beni e servizi di qualità, dove i risultati sono buoni. Emergono, soprattutto nelle piccole imprese, una certa resistenza al cambiamento ed un’insufficiente propensione all’innovazione, che la crisi ha accentuato. Va infine sottolineato come, anche in Italia, sia sempre più forte la connessione tra crescita dell’innovazione tecnologica, competenze trasversali (problem solving e capacità di lavoro in gruppo, in primo luogo) e coinvolgimento decisionale dei lavoratori.

Il confronto europeo sull’economia delle competenze

La promozione della qualità del lavoro attraverso le competenze è una delle modalità fondamentali che ci permettono di capire come i paesi europei hanno reagito alla crisi e quale sia stata, tra il 2007 ed il 2012, l’evoluzione dei rispettivi mercati del lavoro.
Il dato generale è che l’Europa a 27 ha provato a investire sulle competenze: le competenze elevate sono aumentate, mentre quelle medie e basse sono diminuite. Si tratta del dato medio e la valutazione è confortante: si esce dalla crisi con una maggiore qualità del lavoro. Tuttavia le differenze tra le scelte dei paesi europei sono macroscopiche. In Germania ed in Francia cresce l’occupazione tutta, con un peso molto maggiore delle competenze elevate, in Portogallo e nel Regno Unito crescono solo le alte professioni e cala l’occupazione di medio e basso livello, in Irlanda, Grecia e Spagna cala ogni tipo di occupazione. L’Italia vive l’anomalia di un quinquennio di crisi in cui cala l’occupazione di medio ed alto livello, ma aumenta quella di basso livello. L’Italia dunque non è allineata con l’Europa a 27, sembra anzi fare proprio il contrario, anche se molti osservatori parlano più di una “ mancata risposta” che non di risposta sbagliata o diversa.
Vi sono distanze fra settori, comparti produttivi, territori e distretti, ma il rapporto italiano tra competenze e mercato del lavoro mostra una tendenza chiara, con una polarizzazione che prevede una crescita maggiore delle professioni elementari e una crescita delle competenze più elevate, ridotta ma da valutare con attenzione. Si dovrebbe determinare entro il 2015 un aumento fino al 14 per cento delle professioni non qualificate, con un aumento più limitato delle professioni ad elevata specializzazione ( 5 per cento) e delle professioni qualificate nel terziario e nei servizi ( 3,5 per cento).
Si va definendo un sistema binario, che vede la riduzione dello spazio delle professioni con competenze intermedie, o poco specialistiche, e la crescita parallela delle professioni con alte competenze e di quelle con competenze basse o elementari. Questo cambiamento può produrre rischi forti di disagio sociale e di separazione tra i ceti e non appare adeguatamente affrontato dall’Unione, sensibile soprattutto all’emergenza finanziaria e al problema del debito. La polarizzazione del lavoro è destinata ad avere impatto sulla tenuta sociale e sulla stessa organizzazione della rappresentanza e della democrazia del lavoro.
Uno dei temi principali del nuovo secolo sarà la dialettica tra detentori o meno di competenze. Un altro aspetto interessante, segnalato dai ricercatori, è lo sviluppo di professionalità non routinarie, ossia non rimpiazzabili dall’innovazione tecnologica. E’ evidente peraltro che in questa fase la domanda di competenze elevate è inferiore all’offerta. In Italia il fenomeno è molto presente, con i noti rischi di sottoinquadramento. Il rapporto tra titolo di studio ed occupazione mostra che il sottoinquadramento è diffuso. Se confrontiamo i dati prima e dopo la crisi, anche in Italia il tasso di disoccupazione diminuisce man mano cresce il titolo di studio, anche se con una differenza tra uomini e donne. Poiché nello stesso periodo è aumentato il lavoro di minore qualità e diminuito quello di maggiore qualità, appare evidente come molti diplomati e laureati italiani svolgano mansioni inferiori al titolo di studio e, in molti casi, anche alle competenze acquisite.
È chiaro che la capacità competitiva dell’economia italiana dipende molto dalla connessione fra sistema produttivo e domanda di competenze più elevate, presente nel resto d’Europa. Come si è visto, l’Italia è ancora disallineata rispetto al trend europeo : con il polo delle competenze elevate fermo o in calo e quello delle competenze elementari che invece cresce. Questo è uno degli snodi da affrontare : poiché il nostro sistema non premia le competenze elevate assistiamo da alcuni anni a una “fuga di competenze” verso altri paesi europei e a una pericolosa diminuzione del livello nazionale di competenze. Ciò indebolisce e ci fa trovare impreparati nel momento della possibile ripresa, che sarà dominata dai Paesi in grado di determinare e richiedere competenze diffuse ed articolate.
L’aumento del peso specifico del terziario nell’economia italiana rende urgente un innalzamento delle competenze in questo settore.
Solo una forte spinta innovativa che parta dal terziario e coinvolga il manifatturiero tradizionale delle piccole imprese può infatti generare un aumento della domanda di competenze elevate. Non si tratta solo di aumentare gli investimenti per la formazione ed il lavoro, ma anche di collegare questi investimenti a servizi in grado di dare impulso a qualità e opportunità di lavoro.

Forte – formazione finanziata

Fondo For.Te – La nuova programmazione del Fondo

Il Consiglio di Amministrazione  del 17 luglio c.a. ha approvato la nuova programmazione del Fondo che rinnova profondamente la propria offerta mettendo a disposizione una serie di strumenti per rispondere alle esigenze formative dei dipendenti delle aziende iscritte.

La  nuova programmazione di FOR.TE. prevede cinque linee di finanziamento:
 
– AVVISI DI SISTEMA, a cadenza annuale con finestre trimestrali o quadrimestrali per attività formative connesse a fabbisogni aziendali, territoriali, settoriali. Destinatarie le aziende a 1 a 149 dipendenti;
– AVVISI TEMATICI, a cadenza annuale con finestre trimestrali o quadrimestrali per attività connesse a fabbisogni specifici determinati di anno in anno. Vi partecipano tutte le aziende aderenti, comprese quelle titolari di CIA;
– PROGETTI SPECIALI, a cadenza annuale, per un numero massimo di due;
– VOUCHER, a cadenza annuale con finestre bimestrali o trimestrali, per la formazione individuale a catalogo, con uno stanziamento dedicato per le aziende da 1 a 249 dipendenti. La aziende da 250 dipendenti in su possono accedere al catalogo utilizzando le risorse accantonate nel CIA individuale o di Gruppo;
– CIA – CONTO INDIVIDUALE AZIENDALE di GRUPPO: vi hanno accesso automatico le singole aziende da 150 dipendenti e oltre. Possono attivare un conto unico le aziende che pur con ragioni sociali diverse, sono riferibili ad un Gruppo. La aziende titolari di CIA possono aggregarsi sommando le loro risorse per accedere a progetti comuni.
Ad ogni Conto è destinato l’80% delle risorse nette annualmente versate dall’azienda.
 
Nella seduta del 17 Luglio 2012 il consiglio di amministrazione di FOR.TE. ha approvato:
 
– AVVISO DI SISTEMA 2/12
L’Avviso stanzia € 30.000.000, ripartiti in tre scadenze da € 10.000.000 l’una, per la realizzazione di Piani Aziendali, Settoriali e Territoriali ed è destinato ad aziende da 1 a 149 dipendenti, non titolari di CIA.
La Piattaforma on line per la presentazione dei Piani, la relativa Guida e i format saranno pubblicati il 6/8/2012.
Tre le Scadenze stabilite per la presentazione delle domande: 19 ottobre 2012, 31 gennaio 2013, 30aprile 2013.
Le imprese potranno beneficiare di un solo finanziamento nell’ambito dell’ Avviso.
Le aziende titolari dei Conti possono partecipare alle attività dei Piani formativi Settoriali/Territoriali approvati nell’ambito dell’Avviso di sistema, con proprie risorse.
Destinatari sono i lavoratori delle Aziende aderenti a For.Te. che occupino da 1 a 149 dipendenti.
I Piani potranno avere durata massima di 24 mesi, dalla sottoscrizione della Convenzione.
Importo massimo finanziabile per ogni Piano formativo: € 200.000,00. La formazione finanziata per ciascun dipendente non può superare le 100 ore.
 
– AVVISO TEMATICO 1/12: Promozione di Progetti formativi per la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Le azioni formative sono finalizzate a incrementare la conoscenza e la cultura in materia di sicurezza sul lavoro e a migliorare i livelli di prevenzione e protezione, anche con riferimento alla valutazione dei rischi effettuata, con particolare riferimento ai contenuti formativi disciplinati dagli Accordi Stato Regioni del 21/12/2011 e del 22/02/2012, per la formazione dei lavoratori ai sensi dell’art.37 comma 2 del Dlgs n.81 del 9 aprile 2008.
Lo stanziamento è di € 6.000.000 ripartiti in tre scadenze: 18 settembre 2012; 30 novembre 2012; 5 marzo 2013.
L’Importo massimo finanziabile a progetto è di € 50.000. Le imprese potranno beneficiare di un solo finanziamento nell’ambito dell’ Avviso. La durata dei Progetti è di 12 mesi.
Viene data priorità ai Progetti che prevedono: lavoratori assunti da meno di 12 mesi; lavoratori non italiani; donne; lavoratori con più di 45 anni; lavoratori stagionali; lavoratori con contratto a termine.
Il finanziamento di Progetti formativi nell’ambito dell’Avviso tematico 2012 non preclude per le aziende la possibilità di presentare progetti che contengano moduli formativi in tema di sicurezza sul lavoro sull’Avviso di sistema o nel CIA. I finanziamenti concessi alle aziende titolari di Conti Individuali Aziendali o di Gruppo non saranno conteggiati sulle risorse accantonate.
Relativamente all’anno 2012, il Consiglio di Amministrazione di For.Te. ha inoltre stanziato per il funzionamento degli Avvisi dedicati ai Progetti Speciali € 4.500.000 e per l’Avviso sui Voucher € 4.000.000.
Gli Avvisi saranno definiti dal CdA nel prossimo mese di settembre.

Istruzione e formazione professionale in Europa – giugno 2012

Comitato dialogo sociale (Eurocommerce – Uni-Europa commerce, 11 giugno). Le parti sociali (EuroCommerce e Uni-Europa commerce) hanno dibattuto il tema dell’istruzione e della formazione professionale a seguito di una presentazione da parte di un funzionario della Commissione europea (DG Education and culture, EAC) sui diversi programmi di formazione e le opportunità di finanziamento offerte dall’UE. La Commissione europea ha proposto per la programmazione 2014– 2020 la sostituzione dell’attuale programma c.d. “Life Long Learning” con un nuovo programma “Erasmus per tutti” che avrà quattro obiettivi strategici: rafforzare la cooperazione tra il mondo della formazione professionale e quello del mercato del lavoro; accrescere la qualità e appetibilità dei programmi di formazione professionale; incoraggiare la mobilità dei lavoratori; migliorare l’applicazione dei sistemi di certificazione delle competenze (ECVET e EQF). Questi programmi dovranno – nelle intenzioni della Commissione – meglio coordinarsi con la nuova programmazione dei fondi strutturali. Il rappresentante delle Commissione europea ha inoltre presentato la nuova iniziativa chiamata “skills alliances” che intende promuovere la collaborazione tra tre categorie di partner: mondo dell’istruzione e della formazione professionale; esperti espressione dei diversi settori economici (parti sociali, federazioni di categoria, sistemi camerali, ecc.); organismi coinvolti nei sistemi di istruzione e formazione (pubblici o privati). La Commissione europea ha lanciato in questa fase cinque progetti pilota per la creazione di skills alliances in cinque diversi settori economici, tra questi di nostro interesse il turismo e la ristorazione.

http://ec.europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=5983&lang=en&tpa_id=136&title=
Pilot%2Dproject%2Dfor%2Dthe%2Ddevelopment%2Dof%2Dsector%2Dskills%2Dalliances%2D%28Call%2Dfor%
2Dproposals%2DEAC%2D%2F%2DS01%2D%2F%2D2012%29

La sessione del pomeriggio è stata dedicata alla discussione del nuovo “pacchetto occupazione” che è attualmente in discussione al Parlamento europeo e il Consiglio UE adotterà delle conclusioni ad ottobre (2012). Alcune delle iniziative ivi contenute saranno adottate nei prossimi mesi: il c.d. “Youth package” (pacchetto gioventù) molto probabilmente a dicembre. Una consultazione pubblica in vista delle creazione di una piattaforma europea per la lotta al lavoro sommerso sarà avviata nelle prossime settimane. Per quanto riguarda i progetti, le parti sociali hanno deciso di posticipare la presentazione del progetto in materia di salute e sicurezza sul lavoro e in particolare sulla prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici a gennaio del prossimo anno (era inizialmente prevista per settembre 2012). Ricordiamo che la linea di bilancio che finanzia i progetti congiunti delle parti sociali europee è quella del dialogo sociale e delle relazioni industriali. Riguardo alla possibile revisione della direttiva sui disturbi muscolo scheletrici, i risultati dello studio di impatto sulla revisione non sono stati approvati (e dovranno essere quindi ripresentati tra alcuni mesi); la proposta della Commissione non potrà essere presentata fino all’adozione del report.

Campagna UE: “un gioco da ragazze”

L’Ue dovrà trovare fino a un milione di ricercatori in più entro il 2020: alla luce di questa esigenza, la Commissione europea ha avviato una campagna per fare in modo che più ragazze si accostino alla scienza e per incoraggiare più donne a dedicarsi alla professione di ricercatrice. Sebbene oltre la metà della popolazione studentesca Ue e il 45% dei titolari di dottorato siano donne, le donne che intraprendono una carriera da ricercatrici rappresentano solo un terzo del totale. Le titolari di dottorato in ingegneria e ingegneria industriale restano una minoranza. La campagna, che avrà durata triennale, combatterà gli stereotipi sulla scienza, dimostrando alle ragazze e alle donne che la scienza può offrire straordinarie opportunità; combatterà una concezione superata delle professioni scientifiche, dimostrando che le pratiche contemporanee di ricerca sono legate alle esigenze della società.

http://ec.europa.eu/science-girl-thing/ –

www.facebook.com/sciencegirlthing

Programma di apprendimento permanente (LPP)

Nel bando relativo al LLP pubblicato il 9 agosto 2011, due scadenze sono ancora previste per la presentazione di progetti. Scadenza al 17 settembre 2012: Comenius (Istruzione scolastica: primo ciclo dell’istruzione, dalla scuola materna ed elementare alla scuola secondaria superiore.) e Grundtvig (Educazione degli adulti: risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento delle persone coinvolte in ogni forma di istruzione degli adulti che non sia di carattere prevalentemente professionalizzante, nonché delle istituzioni e delle organizzazioni che offrono o che agevolano ogni tipo di istruzione per gli adulti – formale, non formale, informale – compresa la formazione iniziale e la formazione in servizio del personale).
Scadenza al 12 ottobre 2012: il programma trasversale – Attività chiave 1, Azioni di cooperazione politica e di innovazione, che offre sostegno alle visite di studio degli specialisti dell’istruzione e della formazione professionale, nonché alle reti a livello europeo in questi settori.
http://ec.europa.eu/education/llp/call11_en.htm