In Sardegna, all’iniziativa che riunisce, tutti gli anni, il corpaccione della Confcommercio non ci sarà certo una sollevazione contro il Presidente Carlo Sangalli. Villasimius rappresenta il segnale della ripartenza autunnale della confederazione. Centinaia di persone si ritrovano in Sardegna, giocano a burraco, a calcio o a tennis, fanno il bagno e poi ascoltano invitati spesso interessanti che discutono di politica. Un’ottima iniziativa che quest’anno cade con un momento particolare tra post pandemia, inflazione e guerra. Appartiene alla liturgia Confcommercio. Tra le altre cose misura il clima interno.
Dai segnali che arrivano la platea composta dai rappresentanti locali dei commercianti e dai dirigenti confederali sembra sempre più rassegnata a tenersi il Presidente così com’è. Petrolini diceva «Lo vedi, il popolo quando s’abitua a dire che sei bravo … pure che non fai niente sei sempre bravo!». Ancora una volta la fedeltà pretesa verso il leader supera la doverosa lealtà verso la Confcommercio e i suoi associati. Sangalli ormai è, purtroppo, solo un personaggio ingombrante.
La recente sentenza del tribunale di Roma offre diversi fotogrammi del comportamento dell’uomo e dei suoi sodali impegnati a nascondere la verità degli accadimenti di cui si sono resi protagonisti. Oggi non parliamo di molestie. Lo abbiamo già fatto. Inutile ritornarci per ora.
Oggi parliamo di gestione della privacy nella Confederazione.
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