IRPEF – Milano addizionale comunale 2012

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Il Consiglio comunale di Milano ha approvato, con Delibera n. 20 del 20 giugno c.a., le aliquote differenziate e il regolamento di applicazione dell’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche, con decorrenza 1° gennaio 2012.

Confermata l’esenzione totale dall’addizionale Irpef per i redditi imponibili fino a 33.500 euro mentre per i redditi superiori a 33.500 euro sono previste aliquote differenziate per scaglioni di reddito.

Le aliquote previste per scaglione di reddito sono le seguenti:  

0,1% per scaglione 0-15.000,00 euro 

0,15% per scaglione 15.000,01-28.000,00 euro 

0,3% per scaglione 28.000,01-55.000,00 euro 

0,5% per scaglione 55.000,01-75.000,00 euro 

0,7% per scaglione oltre i 75.000,01 euro.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

TFR intervento del fondo di garanzia

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

L’Inps, con circolare n. 89 del 26 giugno c.a., ha precisato che in caso di intervento del Fondo di garanzia per il pagamento del trattamento di fine rapporto, la dizione “aventi diritto”, riportata dall’articolo 2 della Legge n. 297/1982, deve ricomprendere, nel novero dei soggetti titolati a presentare la domanda di intervento, non soltanto gli eredi del lavoratore ma, come da indicazioni della Corte di Cassazione, anche le società finanziarie e gli altri cessionari a titolo oneroso del TFR.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Finanziamenti alle PMI

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

In occasione della quarta riunione degli ambasciatori europei per le PMI tenutasi a Malta il 15 giugno, il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani ha annunciato una serie di nuove iniziative e azioni previste per migliorare l’accesso delle PMI ai finanziamenti, di stimolare l’imprenditorialità e l’internazionalizzazione. 1. una guida pratica che fornisce informazioni su come accedere a oltre € 50 miliardi di finanza pubblica negli Stati membri 27. 2. la Commissione ha avviato una campagna europea per la formazione a livello Enterprise Europe Network per aiutare le PMI ad accedere ai finanziamenti. Le PMI possono contattare uno dei 600 partner Enterprise Europe Network, che sarà in grado di fornire informazioni sulle fonti comunitarie e nazionali di finanziamento. 3. dopo la pausa estiva, Tajani intende lavorare ad un piano che si propone di affrontare gli ostacoli che impediscono agli aspiranti imprenditori di creare la propria impresa.

http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&tl=it&u=http%3A%2F%2Fec.europa.eu%2Fenterprise%2Fnewsroom% 2Fcf%2Fitemdetail.cfm%3Fitem_id%3D6011%26lang%3Den&anno=2

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Istruzione e formazione professionale in Europa – giugno 2012

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Comitato dialogo sociale (Eurocommerce – Uni-Europa commerce, 11 giugno). Le parti sociali (EuroCommerce e Uni-Europa commerce) hanno dibattuto il tema dell’istruzione e della formazione professionale a seguito di una presentazione da parte di un funzionario della Commissione europea (DG Education and culture, EAC) sui diversi programmi di formazione e le opportunità di finanziamento offerte dall’UE. La Commissione europea ha proposto per la programmazione 2014– 2020 la sostituzione dell’attuale programma c.d. “Life Long Learning” con un nuovo programma “Erasmus per tutti” che avrà quattro obiettivi strategici: rafforzare la cooperazione tra il mondo della formazione professionale e quello del mercato del lavoro; accrescere la qualità e appetibilità dei programmi di formazione professionale; incoraggiare la mobilità dei lavoratori; migliorare l’applicazione dei sistemi di certificazione delle competenze (ECVET e EQF). Questi programmi dovranno – nelle intenzioni della Commissione – meglio coordinarsi con la nuova programmazione dei fondi strutturali. Il rappresentante delle Commissione europea ha inoltre presentato la nuova iniziativa chiamata “skills alliances” che intende promuovere la collaborazione tra tre categorie di partner: mondo dell’istruzione e della formazione professionale; esperti espressione dei diversi settori economici (parti sociali, federazioni di categoria, sistemi camerali, ecc.); organismi coinvolti nei sistemi di istruzione e formazione (pubblici o privati). La Commissione europea ha lanciato in questa fase cinque progetti pilota per la creazione di skills alliances in cinque diversi settori economici, tra questi di nostro interesse il turismo e la ristorazione.

http://ec.europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=5983&lang=en&tpa_id=136&title=
Pilot%2Dproject%2Dfor%2Dthe%2Ddevelopment%2Dof%2Dsector%2Dskills%2Dalliances%2D%28Call%2Dfor%
2Dproposals%2DEAC%2D%2F%2DS01%2D%2F%2D2012%29

La sessione del pomeriggio è stata dedicata alla discussione del nuovo “pacchetto occupazione” che è attualmente in discussione al Parlamento europeo e il Consiglio UE adotterà delle conclusioni ad ottobre (2012). Alcune delle iniziative ivi contenute saranno adottate nei prossimi mesi: il c.d. “Youth package” (pacchetto gioventù) molto probabilmente a dicembre. Una consultazione pubblica in vista delle creazione di una piattaforma europea per la lotta al lavoro sommerso sarà avviata nelle prossime settimane. Per quanto riguarda i progetti, le parti sociali hanno deciso di posticipare la presentazione del progetto in materia di salute e sicurezza sul lavoro e in particolare sulla prevenzione dei disturbi muscolo scheletrici a gennaio del prossimo anno (era inizialmente prevista per settembre 2012). Ricordiamo che la linea di bilancio che finanzia i progetti congiunti delle parti sociali europee è quella del dialogo sociale e delle relazioni industriali. Riguardo alla possibile revisione della direttiva sui disturbi muscolo scheletrici, i risultati dello studio di impatto sulla revisione non sono stati approvati (e dovranno essere quindi ripresentati tra alcuni mesi); la proposta della Commissione non potrà essere presentata fino all’adozione del report.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

La scelta dell’impresa: come può la Francia ispirarsi alla Germania….

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Segnaliamo la pubblicazione in Francia di uno studio dal titolo: “La scelta dell’impresa: come la Francia può ispirarsi dalla Germania”. Lo studio paragona i modelli economici francese e tedesco, l’autore – Alain Fabre – spiega che la principale differenza tra i due paesi, all’origine del loro scarto di competitività e di performance, è il posto concesso all’impresa. In effetti, mentre in Germania, le imprese hanno un ruolo chiave, in Francia, è il ruolo dello Stato che prevale. La nota di Fabre lancia quindi un appello per fare dell’impresa la “chiave” della strategia economica francese e per rafforzare la struttura finanziaria delle imprese ed incoraggiare l’investimento e l’innovazione.

http://www.institut- entreprise.fr/fileadmin/Docs_PDF/travaux_reflexions/Notes_de_Institut/France_Allemagne_web.pdf

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Campagna UE: “un gioco da ragazze”

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

L’Ue dovrà trovare fino a un milione di ricercatori in più entro il 2020: alla luce di questa esigenza, la Commissione europea ha avviato una campagna per fare in modo che più ragazze si accostino alla scienza e per incoraggiare più donne a dedicarsi alla professione di ricercatrice. Sebbene oltre la metà della popolazione studentesca Ue e il 45% dei titolari di dottorato siano donne, le donne che intraprendono una carriera da ricercatrici rappresentano solo un terzo del totale. Le titolari di dottorato in ingegneria e ingegneria industriale restano una minoranza. La campagna, che avrà durata triennale, combatterà gli stereotipi sulla scienza, dimostrando alle ragazze e alle donne che la scienza può offrire straordinarie opportunità; combatterà una concezione superata delle professioni scientifiche, dimostrando che le pratiche contemporanee di ricerca sono legate alle esigenze della società.

http://ec.europa.eu/science-girl-thing/ –

www.facebook.com/sciencegirlthing

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Dall’Europa: licenziamenti collettivi….

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

La Commissione europea ha chiesto all’Italia di porre fine all’esclusione dei dirigenti dalle garanzie procedurali relative all’informazione e alla consultazione dei lavoratori sul luogo di lavoro previste dalla legislazione Ue. La direttiva sui licenziamenti collettivi armonizza le norme applicabili alla procedura e alle modalità pratiche dei licenziamenti collettivi a livello Ue, in modo da garantire una protezione comparabile dei diritti dei lavoratori in tutti gli Stati membri. La legislazione italiana, come applicata dai tribunali, esclude attualmente i dirigenti dall’ambito di applicazione della procedura di mobilità, privando questa categoria di lavoratori della protezione garantita da tale procedura.

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31998L0059:IT:NOT

http://ec.europa.eu/eu_law/infringements/infringements_it.htm

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Una sentenza inquietante

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Bisogna ritornare a parlare di Fiat. Questa volta riguarda un’ iniziativa del Tribunale del lavoro di Roma che, accogliendo il ricorso di alcuni lavoratori iscritti alla Fiom nello stabilimento di Pomigliano – ora chiamato FIP (Fabbrica Italia Pomigliano) – obbliga l’azienda all’ assunzione di 145 iscritti a quel sindacato. Né uno di più, né uno di meno. Per ora. Infatti, quel numero, secondo il giudice, dovrà crescere, destinando l’8,75% (percentuale definita attraverso un calcolo che è dettagliato in sentenza, allegata a questo articolo ) delle nuove assunzioni che verranno, alla Fiom. Che, ovviamente, gongola.

In questa sede, non ci interessa indagare se la sentenza è giuridicamente corretta o meno, giusta o ingiusta. Ci lavoreranno a lungo i giuristi, data la sua assoluta novità. Né ci interessa come reagiranno la Fiat, gli altri sindacati firmatari dell’accordo di scissione di quella nuova società dallo schema di riferimento del contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica privata e men che meno le forze politiche e parlamentari. Di certo, è una sentenza sindacalmente inquietante.

A  uscirne con le ossa rotte, sono le relazioni sindacali nel nostro Paese. La loro forza è sempre stata la legittimazione delle parti contraenti. Nessun contratto è fattibile per legge. Esso esiste, se le parti sono d’accordo ed esse sono tanto più credibili quanto più sono contitolari di intese liberamente sottoscritte. La lunga storia delle relazioni sindacali italiane testimonia proprio questo progressivo accumulo di reciproco riconoscimento di ruolo tra le parti. Certo, ci sono voluti duri e prolungati “braccio di ferro”, ma alla fine è prevalsa sempre la volontà di rafforzare e non demolire le reciproche rappresentanze.

L’intervento del giudice – spesso sui casi singoli, raro su quelli collettivi (soprattutto nel settore privato) – è proceduto nel tempo come un ammortizzatore delle fughe in avanti, delle intemperanze padronali, del clima di conflittualità continua, riproponendo comunque la centralità della negoziazione tra le parti. Anche quando in discussione erano questioni di principio e di diritti costituzionalmente protetti, la magistratura del lavoro ha svolto il proprio ruolo di garante delle leggi e di sussidiarietà rispetto alla contrattazione. Non a caso, quest’ultima, anche in tempi di crisi, quando il sindacato è obiettivamente più debole, non ha cessato di essere praticata e diffusa. C’è stata una cultura sindacale che ha consentito questo risultato: capacità di lettura delle dinamiche economiche ed aziendali e sostanziale diffidenza a delegare ad altri (parlamento o magistratura) il proprio mestiere.

Questa cultura sembra venire meno, soprattutto nelle zone dove il pluralismo sindacale non trova le condizioni per gestire assieme le vicende dei lavoratori. Il contrattualismo viene depotenziato a vantaggio della supplenza legislativa o giurisprudenziale che, come si è già verificato proprio nell’ attuale vicenda Fiat, sulla stessa materia (nel caso specifico riguardava la validazione di intese fatte senza la firma della Fiom) ha sentenziato in modo difforme. I vecchi sindacalisti di tutte le sigle si ripetevano tra loro: un contratto può anche essere una mediazione al ribasso, ma una sentenza è sicuramente un terno al lotto.

La sentenza del Tribunale di Roma può anche danneggiare la Fiat – che se lo merita, se probabilmente perseguiva l’obiettivo di ritardare il più possibile l’assunzione di iscritti alla Fiom e forse aveva messo nel conto di poterne fare a meno, visto l’andamento del mercato della nuova Panda – ma quello che produce alla contrattazione e specie a quella parte del sindacato che l’ha più perseguita, è sicuramente più incidente. E’ una sentenza che non rilancia il ruolo delle parti sociali, non favorisce il peso negoziale del sindacato, ma si sostituisce ad esso, punto e basta. La Fiom non si rafforza; anche se molti suoi iscritti potranno rientrare in azienda, il loro sindacato resterà ancora lì, fuori dai cancelli. Ma gli altri sindacati non se la passano meglio, schiacciati tra una gestione poco trasparente del contratto sottoscritto con essi da parte della Fiat e un giudice che, invece di costringere le parti a definire criteri stringenti per la riassunzione, spiega a tutti che basta il suo intervento per aggiustare le cose.

La delegittimazione  delle organizzazioni di rappresentanza è sempre un rischio, ma lo è di più nelle fasi di gravi difficoltà economiche. Anche perché i vuoti non esistono se non per breve tempo. Prima o poi, vengono sempre riempiti  e senza essere sicuri che ciò avvenga al meglio. E’ questione che se la deve porre, innanzitutto, chi è interessato a che non si consolidi questa deriva. Quindi, sarebbe ragionevole non sottovalutare i significati di più marcato profilo che assume la sentenza Fiat, al di là degli effetti immediati. Come sarebbe più rassicurante se questa consapevolezza non si trasformasse subito in richieste di legiferazione, ma fosse orientata a rendere più protagoniste la contrattazione e l’unità tra i sindacati. Sono due facce di una stessa medaglia, quella della migliore tutela dei lavoratori.
Raffaele Morese

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Conciliazione lavoro-famiglia

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Regione Lombardia – Riapertura dei termini ed integrazioni per la presentazione delle domande per la dote conciliazione

La Regione Lombardia, con Decreto n. 4942 del 5 giugno c.a., pubblicato sul BURL n. 23 dell’8 giugno 2012, ha riaperto i termini e apportato modifiche al bando relativo alla dote conciliazione (Lavoronews n. 56 del 19 dicembre 2011).

Si ricorda che: 
l’iniziativa è finalizzata all’erogazione di servizi destinati alla conciliazione dei tempi famiglia-lavoro, in fase di sperimentazione, nei territori di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova e Monza Brianza;
la domanda deve essere presentata presso gli sportelli ASL;
la Dote Conciliazione si suddivide in Dote Conciliazione servizi alla persona e Dote Conciliazione servizi alle imprese.
Le novità introdotte dal succitato provvedimento riguardano:
l’introduzione, nell’ambito dei “Servizi all’impresa”, di un bonus da 500 euro una tantum a favore delle imprese che intraprendono percorsi di consulenza finalizzati ai piani di congedo e/o ai piani di flessibilità aziendale;
la possibilità, per tutta la durata della dote, di usufruire dell’astensione ma non si può, per lo stesso periodo, richiedere il rimborso Dote pena la decadenza dalla stessa;
la proroga dei termini per la presentazione della richiesta sia della “Dote conciliazione premialità assunzione” che per la “Dote conciliazione servizi alla persona” il cui termine, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2011, successivamente spostato al 31 maggio 2012, fino al 30 giugno 2013.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Apprendistato

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

Sgravio contributivo totale per le aziende con meno di 10 dipendenti

Con riferimento alla norma che ha previsto lo sgravio del 100% dei contributi previdenziali per i primi tre anni di contratto per l’assunzione di apprendisti da parte di aziende che occupano meno di 10 dipendenti, è opportuno, per fruire del beneficio, attendere l’emanazione dell’apposita circolare operativa da parte dell’INPS.

Infatti, non sono state ancora emanate le relative istruzioni operative per la concreta applicazione del beneficio ed è stato sollecitato il Ministero del Lavoro ad esprimere un parere in particolare sulla eventuale qualificazione di tale beneficio come “aiuto di Stato” che comporterebbe l’applicazione dell’agevolazione nei limiti del c.d. “de minimis”.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn