I tre saggi incaricati sono al lavoro per individuare il nuovo presidente di Federdistribuzione. L’ultima consiliatura non è stata particolarmente fortunata. Già per Claudio Gradara succedere a Cobolli Gigli e alla sua immagine pubblica non era facile. Poi è successo un po’ di tutto.
È comunque un passaggio importante perché mai come in questo momento il comparto ha bisogno di visione, unità e, soprattutto, di incrementare il suo peso specifico a livello politico. C’è da governare il post lockdown, la crisi e la riorganizzazione dei formati distributivi e del non alimentare, la concorrenza con la rete e gestire il prossimo negoziato sul lavoro festivo. C’è anche il rinnovo del contratto di lavoro con l’inevitabile competizione nella rappresentanza di imprese.
Tanta carne al fuoco attende Federdistribuzione che, a giudizio di molte aziende associate, non è riuscita ad imporsi con la necessaria autorevolezza. E non certo per cause legate alla struttura che conta ottimi professionisti. È, come in tutto il mondo della rappresentanza, un problema di volontà politica, di visione e di scelte di uomini chiamati a rappresentare interessi diversi tra imprese.
La regola, non scritta ma praticata, che una leggenda metropolitana assegna alla lucidità luciferina di Bernardo Caprotti di privilegiare la creazione di un vertice federale mai troppo forte per non “disturbare” la libertà di movimento delle singole imprese impegnate a competere tra di loro potrebbe però venire meno proprio in forza del mutamento del contesto e grazie alle prossime votazioni. Leggi tutto “Federdistribuzione. Adesso tocca a loro…”