Continuo a pensare che per comprendere il futuro della GDO i riflettori vadano accesi sui grandi progetti. Tecnologia, logistica, concentrazioni ed evoluzione dei modelli di consumo, sulla centralità del servizio, del cliente e dei collaboratori, sono questi gli elementi che scandiscono le traiettorie. Ovviamente non le esauriscono. Dentro il perimetro ci sono i tanti temi che appassionano altri osservatori. Location, prodotti, MDD, sconti, promozioni, fatturati al mq. A ciascuno le sue competenze. A volte però anche chi presidia il territorio con una visione a 360° riesce a stupire perché apre strade nuove. E fa grandi progetti. Non c’è interesse, a livello locale, a predicare bene e a razzolare male. I tuoi clienti frequentano i tuoi punti vendita e, praticamente, ti guardano in casa. Apprezzano le novità, ma sono pronti a lasciarti a piedi se non li soddisfi. L’offerta oggi consente un nomadismo tra insegne sconosciuto fino a poco tempo fa. Oggi parliamo di Coal, il cui nome deriva dall’ originario “Commissionaria Alimentaristi” nata negli anni 60 nelle Marche con lo scopo di assumere l’incarico per l’acquisto di tutte le merci che formano oggetto del commercio stesso dei soci. Una sorta di centrale acquisti ante litteram senza la prosopopea markettara di oggi.
Coal è finita sotto i riflettori oltre che per il suo impegno quotidiano, per un’iniziativa interessante che risponde ad un’esigenza di responsabilità sociale ma dimostra una visione e una sensibilità innovativa non facile da trovare in un comparto come quello della Grande Distribuzione. Un merito per Coal (Gruppo Végé). Carlo Palmieri è presidente dal 2007. In questi anni sotto la sua guida, la cooperativa ha compiuto un importante percorso di crescita e innovazione anche grazie all’apporto di una gestione manageriale che ha saputo affiancare gli imprenditori e che ha funzionato.
Con la sua rete di vendita, che conta 290 punti vendita in 6 regioni e nella Repubblica di San Marino con il marchio d’insegna COAL, “Eccomi” e “Il Buongustaio”, nel 2024 ha espresso un fatturato alle casse di circa 500 milioni di euro. Ha recentemente inaugurato un nuovo punto vendita a Subiaco, rafforzando la propria presenza nel Lazio. 1.200 mq, sei casse, di cui tre self check-out, con tutti i banchi freschi serviti: ortofrutta, macelleria, salumi, formaggi, pesce, cucina e panetteria. Sono ovviamente disponibili prodotti pronti da cuocere in macelleria e pescheria, taglio assistito, e una discreta cantina vini locali e non solo. Particolare attenzione, nello stile dell’insegna alle produzioni locali, elementi distintivi dell’insegna.
Negli ultimi anni ha ristrutturato oltre 100 punti vendita proponendo ai clienti un’immagine aggiornata dell’insegna. Il nuovo hub agroalimentare a Mosciano Sant’Angelo (TE) con un investimento di circa nove milioni di euro, consente a Coal di gestire direttamente la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di ortofrutta e carne, accorciando la filiera e migliorando la sostenibilità.
L’utile netto, detratta la quota destinata a ristorno mutualistico, risulta pari a 1,1 milioni di euro, interamente accantonato a riserva fatto salvo il 3% da destinare ai fondi mutualistici. Il patrimonio netto della cooperativa, anch’esso in significativo incremento, ha toccato i 72,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta della società permane in equilibrio nonostante i rilevantissimi investimenti operati, che negli ultimi 5 anni hanno superato la cifra di 34 milioni di euro (considerando anche gli incrementi di partecipazioni societarie).
I dati dell’esercizio 2024 testimoniano una crescita che si consolida anno dopo anno e che conferma il successo del modello di sviluppo adottato da COAL, assolutamente coerente con le esigenze aziendali e del territorio in cui opera. il dg Alessandro Buoso, non si è fermato lì. Il pay off del Gruppo Coal: “Orgogliosi del territorio” si sostanzia nella proposta commerciale, nel legame creato e, ultimo ma non ultimo, con l’impegno sociale. C’è una dose di azzardo nella scelta di puntare sul “Frolla Market”. Uno spazio inclusivo gestito anche con ragazzi disabili che punta non solo alla solidarietà ma alla qualità del servizio e dell’offerta. È la differenza tra parlare di solidarietà e metterla in pratica all’interno di un vero progetto di business.
Il format “Buongustaio” lanciato nel 2022 e dedicato al food di qualità con un assortimento che punta alle eccellenze del territorio diventa terreno di sperimentazione sociale grazie alla sinergia tra due cooperative, Frolla e Coal (VéGé). Il primo supermercato inclusivo (Frolla Market) all’interno del centro commerciale Cargopier di Osimo (An). La novità, a mio parere, è l’aver voluto dimostrare che uno spazio con i prodotti a marchio Frolla (biscotti, marmellate e loro merchandising), insieme a un bar, gestito ragazzi diversamente abili è possibile. Lì come altrove. E se la comunità saprà rispondere come spero, il pay off “Orgogliosi del territorio” si sostanzierebbe ben oltre i numeri. Il punto di vendita si sviluppa su un’area di 550 comprende 14 persone, di cui sette con disabilità e, se tutto procederà secondo i piani, altri otto ragazzi con disabilità verranno assunti in futuro: I ragazzi impiegati al Frolla Market lavorano al bar, agli scaffali, in sala e alla cassa. L’obiettivo è di coinvolgere anche altre cooperative e aziende sociali, che perseguono obiettivi simili e che, come la cooperativa di Osimo, operano per l’inclusione e il bene comune senza dimenticare la sostenibilità ambientale e l’importanza dei prodotti a Km zero con un focus su filiere corte e sulla riduzione delle emissioni.
All’inaugurazione mi aveva colpito l’affermazione del Direttore Generale Coal Alessandro Buoso: “Questa per noi è una tappa importante che si inquadra lungo un percorso che ha visto Coal sempre più orientata a rafforzare il ruolo importante nella distribuzione alimentare del territorio ma non solo in veste di mero player commerciale ma di creatore di valore per il territorio stesso. Il Dna della cooperativa da sempre non prescinde da una logica di sostenibilità. Questo progetto dimostra che non esistono barriere ed è con questo presupposto che guardiamo questa partnership con prospettive futuribili”. La riporto per il valore delle parole quando sono sostanziate dai fatti. Lo stesso giudizio dei clienti sembrerebbe confermare che l’intuizione è stata accolta positivamente. Probabilmente è presto per un giudizio completo. Ma l’iniziativa, l’impegno e la cultura che la sostiene vanno valorizzate a prescindere.