Skip to main content

Quando leggo gli avvenimenti che coinvolgono due tra le aziende più importanti della grande distribuzione mi viene in mente quello che in pubblicità si chiama l’effetto Droste. Ognuno dei due specchi riflette l’immagine dall’altro. C’è sia un accanimento di parte di alcuni  sindacati nei loro confronti ma anche una vocazione interna  a farsi del male da sole. Di Esselunga scrivo spesso. Di Coop Alleanza 3.0 meno, anche se, tra errori nella gestione del personale in Veneto, noccioline israeliane ritirate per protesta e Cobas e CGIL all’uscio, le similitudini cominciano ad essere un po’ troppe. Entrambe comunque interessanti perché segnalano cambiamenti profondi in atto dove vecchio e nuovo si scontrano e generano contraddizioni e reazioni evidenti. Alcune pavloviane, come l’imperativo sulle noccioline della Galilea, ripropongono vecchie logiche anni 70, altre scatenano reazioni perché mettono in discussione  rendite interne consolidate. E se in passato al di qua e al di là del Rubicone gli interpreti erano due pesi massimi come Bernardo Caprotti e Turiddo Campaini oggi la realtà è molto più fluida. Ma il destino (cinico e baro) sembra accomunare gli eterni avversari.

Sulle noccioline israeliane tolte dagli scaffali mi sembra di aver capito che si è trattato di uno  scontro tra i cosiddetti  “soci attivi” (una sorta di  upgrade del socio semplice peraltro non previsto dagli statuti) schierati politicamente e in concorrenza tra di loro. Sul piano sindacale, guarda caso, i sindacati di categoria si sono scomposti e ricomposti seguendo in pratica lo  stesso schema. Dinamiche a mio parere, più politiche  e di ruolo preteso che di contenuto,  che vedono la parte più ragionevole e riformista del sindacato firmataria di un accordo contestato dalla CGIL, che probabilmente pretende un ascolto privilegiato. Sullo sfondo, in questa vertenza specifica,  i sindacati di base.

Secondo  i rappresentanti sindacali di Filcams e Filt CGIL Emilia-Romagna: ‘Nel magazzino di via Marabini a Castel Maggiore, in provincia di Bologna, vengono preparate le spese ordinate su internet tramite l’App Easy Coop e poi consegnate a casa dei clienti. Le attività di preparazione e di distribuzione e consegna sono svolte in appalto da circa un centinaio di lavoratori e lavoratrici (tra magazzinieri e autisti) alle dipendenze della società Futura Logistica Srl. E’ notizia di poche settimane fa l’avvio di un importante progetto di investimento insieme a Poste Italiane SpA e COOP Alleanza denominato PosteGoFresh per il quale, tramite un ampliamento del magazzino col subentro di Poste Italiane come operatore logistico, aumenterà sia il lavoro che i posti di lavoro investendo sul servizio di grocery delivery che dovrebbe servire un’area estesa oltre i confini regionali’. La condotta della società Futura è vergognosa, oltreché antisindacale, e porta avanti in maniera spregiudicata – con l’aiuto di un altro sindacato – l’intenzione di pagare meno di quanto dovrebbe i lavoratori e le lavoratrici impiegati da anni in questo magazzino e giustificando il proprio comportamento coi benefici di un investimento sul territorio. Questo accordo è stato peraltro sottoscritto senza alcuna partecipazione dei lavoratori alla discussione e senza tenere conto che la maggior parte degli stessi sono iscritti alla CGIL i quali hanno già espresso anche formalmente la loro netta contrarietà.

Come nel caso Esselunga dove l’interlocutore logistico era di primo piano (Brivio&Viganò) qui parliamo di Gruppo Futura, un azienda importante del settore  specializzata nella pianificazione e fornitura di servizi di logistica integrata e nell’e-Grocery che replica: “L’accordo, sottoscritto con la Uil, non solo migliora le condizioni retributive, ma favorisce il passaggio da un contratto collettivo nazionale di lavoro economicamente inferiore a quello del settore trasporto merci e logistica, con un incremento pari al 25% rispetto al contratto precedentemente in vigore e comunque attualmente in godimento. I lavoratori, in netta maggioranza, hanno scelto volontariamente di aderire a un accordo che migliora la loro condizione economica e valorizza il loro lavoro ed il loro benessere”.

“Non esiste un progetto di investimento tra Poste e Coop Alleanza – è la replica della direzione della Coop –. PosteGoFresh è un servizio di Poste per il trasporto di merci refrigerate. Attraverso l’adozione di questo servizio, la Cooperativa si garantisce la possibilità di estendere la consegna a domicilio su nuove aree, una scelta che, fisiologicamente, nel tempo porterà a un miglioramento dei livelli occupazionali. È altrettanto importante sottolineare che EasyCoop è committente del servizio e l’organizzazione di questo è demandata al fornitore. Tuttavia, la Cooperativa ha vincolato la sottoscrizione dell’accordo al rispetto di stringenti condizioni, ovvero il rispetto di tutte le normative vigenti in materia di lavoro e l’applicazione di contratti nazionali sottoscritti dalle sigle sindacali. È del tutto senza fondamento l’affermazione che in questa circostanza si deroghi ai Contratti Collettivi Nazionali per poter pagare meno i lavoratori”.

“Abbiamo preso atto di una querelle che ha ormai assunto toni grotteschi. Criminalizzare un’azienda che incrementa i salari dei propri lavoratori e che offre condizioni ben diverse – e migliori – rispetto a quelle in vigore fino al 30 giugno 2025, è un esercizio che sempre più spesso vediamo praticare da organizzazioni sindacali sempre più distanti dal mondo reale”. Lo affermano i vertici di Gruppo Futura in un intervista a Libero, in riferimento all’accordo sul contratto da applicare ai lavoratori in appalto del magazzino “Easy Coop” di Castel Maggiore (Bologna). “Uno sciopero che ha visto l’adesione di 10 lavoratori su 120 rappresenta chiaramente il risultato di un corto circuito che, oggi più che mai, mette in evidenza la qualità – o forse la mancanza – del dialogo da parte di una certa componente del sindacato. L’azienda, peraltro, opera nel pieno rispetto della Carta logistica etica, cui si attiene scrupolosamente. Non è certamente un caso che il Comitato etico per la logistica abbia ritenuto conforme alle norme l’accordo di armonizzazione sottoscritto con la UIL Trasporti. Teniamo a precisare quanto sopra unicamente per dovere di verità e trasparenza, senza alcuna intenzione polemica, che non appartiene alla cultura del nostro gruppo. Un gruppo da sempre rispettoso delle norme, delle regole e delle relazioni sindacali”. 

In conclusione mi sembra evidente che gli strappi necessari tra vecchio e nuovo possono generare  errori, ripensamenti, fratture e passi indietro. L’universo Coop spesso è chiamato a pagare un pegno maggiore perché nel cambiamento vengono rimesse in discussione anche rendite di posizione e il potere di interdizione di parte del sindacato che fatica a prendere atto delle dinamiche di cambiamento necessarie e di ciò che si cela, a volte, dietro il termine “socio”. Così diverso nel suo  significato da  “cliente” ma contemporaneamente molto più  difficile da gestire.

Lascia un commento