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Non credo ci sia  alcuna volontà di contrastare Amazon dietro l’annuncio dell’arrivo del  marketplace online di Kaufland in Italia e in Francia. Una piattaforma che, a partire dai prossimi mesi, offrirà milioni di prodotti dall’elettronica all’arredamento, dagli articoli per la casa e la cucina fino allo sport, alla moda e ai prodotti per l’infanzia. C’è un potenziale business nel mondo, oggi coperto (nei grandi numeri) dai cinesi e, dall’altra parte da Amazon e non solo. L’Europa è al palo. Figuriamoci il nostro Paese. Amazon, sa di doversi muovere con cautela tra leggi e regolamentazioni locali. Le tensioni commerciali e le politiche tariffarie statunitensi potrebbero influenzare negativamente la performance di Amazon nei prossimi trimestri. La fine dell’esenzione doganale per le spedizioni di basso valore, sta spingendo Temu ad un ripensamento sull’invio di merci dalla Cina. Negli Stati Uniti Temu conta circa 185,6 milioni di utenti. A livello globale, Temu spedisce oltre 1,6 milioni di pacchi al giorno (circa 584 milioni all’anno). Ma anche l’Unione europea non starà a guardare. E non solo sulle merci provenienti dalla Cina. Tra le proposte in discussione a Bruxelles c’è quella di abolire l’esenzione doganale per pacchi al di sotto dei 150 euro, una misura che favorirebbe la leale concorrenza e aumenterebbe la tracciabilità dei prodotti. Non credo Amazon in questo momento sia preoccupata  da possibili nuovi concorrenti. Ne ha già di molto più insidiosi in ogni attività.

Il Gruppo Schwarz ha deciso giustamente che in quel business ci vuole essere. Ovviamente l’obiettivo è innanzitutto  l’Europa. Amazon stessa, tra l’altro,  sta valutando come completare il suo ecosistema fuori dagli States. Il puzzle che sta assemblando Seattle è diverso. Forse per questo che sul food  Amazon  ha deciso, fuori casa, di condividere il rischio del percorso con altri. Vedi Germania, est e Europa, Italia e Sudamerica.  Il nostro Paese è tagliato fuori  da tempo. C’è l’illusione del potenziale offerto dal Made in Italy ma è, appunto, un’illusione. L’unica che potrebbe ancora giocare quella carta è Eataly. Nessun nostro brand può uscire dai confini nazionali in quanto tale. Non è questione di strumenti e competenze. E non è nemmeno dovuto alla competitività esasperata sul prezzo come sostengono alcuni che renderebbe l’online economicamente e finanziariamente insostenibile. Un esempio: Cortilia sul food era una piccola carta disponibile a chiunque avesse avuto intenzione di provare a giocarla. C’è arrivata Amazon dopo averla studiata a lungo. Fossi stato in Eataly o in Esselunga ci avrei pensato seriamente. Credo che l’abbiano pure valutata. Ma non ne hanno fatto nulla. Per ora è destinata a macinare test e chilometri in casa perché il food, fuori dai nostri confini,  è un mercato più complesso. Poi vedremo.

Settimana scorsa facevo il mistery shopper a Bruxelles dove in alcuni supermercati era proposta  la “selezione Italiana”. Una sorta di promozione dei prodotti più tipici: pasta, riso, sughi, pizza, ecc. a fianco di nomi importanti, penso a De Cecco, Mutti, Bauli, l’Italian sound regnava sovrano. L’idea di vendere prodotti italiani online senza un brand forte è una fonte di business potenziale per chi ne parla o lo propone  ma è un’ingenua scorciatoia destinata a durare quanto un gatto in tangenziale. Quel tempo è alle spalle. E Eataly oggi arriva appena ad un quarto scarso di fatturato di ciò che fa Lidl da sola per il Made in Italy nel mondo. Se poi osserviamo i comportamenti concreti di chi i marketplace li utilizza sul serio comprendiamo che c’è spazio per tutti. Ovviamente se le dimensioni dei competitor  lo permettono.

Secondo una recente ricerca di PYMNTS Intelligence, la  percentuale di americani  con abbonamenti sia ad Amazon Prime che a Walmart+ è quasi raddoppiata dal 2021. Il panorama degli abbonamenti al dettaglio sta cambiando di giorno in giorno e i consumatori stanno imparando a giocarlo a loro vantaggio. Questo rapporto mostra come gli acquirenti stanno sfruttando strategicamente i vantaggi sia di Amazon Prime che di Walmart+. I risultati di questo rapporto si basano sul monitoraggio del comportamento dei consumatori, comprende dati demografici ed evoluzione degli abbonamenti nel tempo, dal dicembre 2021 a febbraio 2025. L’ultima raccolta di dati si è verificata tra il 10 febbraio 2025 e il 28 febbraio 2025. L’analisi si concentra sull’identificazione delle tendenze chiave nella scelta degli abbonamenti, nel comportamento di cross-shopping, nei modelli di spesa, nelle preferenze del metodo di pagamento e nelle categorie di beni acquistati sia da Amazon che da Walmart.

Il rapporto segmenta i consumatori in base al loro stato di abbonamento (solo Amazon Prime, solo Walmart+, entrambi o nessuno dei due) e di altri fattori demografici come generazione, reddito e stile di vita finanziario. “Questo spostamento verso un comportamento ‘multi-abbonato’ la dice lunga sui consumatori di oggi: la fedeltà è sempre più transazionale , guidata dal valore, dalla convenienza e dall’esperienza digitale piuttosto che dalla fedeltà di lunga data a un marchio”, ha scritto PYMNTS. I Millennial sono in prima linea in questo movimento, ottimizzando la propria vita digitale sfruttando i vantaggi, gli sconti e le spedizioni ultraveloci offerti da entrambi gli abbonamenti. I consumatori esperti stanno abbracciando il modello di doppia sottoscrizione, sfruttando le iscrizioni sia con Amazon Prime che con Walmart+ per sbloccare risparmi sui costi attraverso spedizioni gratuite e veloci, sconti esclusivi e accesso a servizi aggiuntivi. La prevalenza delle famiglie che si iscrivono a entrambi i principali rivenditori è quasi raddoppiata dal 2021, indicando uno spostamento strategico verso la massimizzazione dei benefici e garantendo l’accesso alle migliori offerte su queste piattaforme dominanti.

Questa tendenza sottolinea il desiderio dei consumatori di confrontare i prezzi, capitalizzare diversi vantaggi e infine vincere utilizzando entrambi i carrelli della spesa virtuali. I dati qui riportati sono tratti dal rapporto “How People Pay” di PYMNTS Intelligence pubblicato all’inizio di quest’anno. Gli abbonamenti doppi sono stati detenuti da quasi 1 consumatore su 4 nel febbraio 2025, rispetto al 12% di quattro anni prima. L’80% dei millennial ha un abbonamento ad Amazon Prime, Walmart+ o entrambi. In particolare, il 37% dei millennial detiene entrambi gli abbonamenti. L’aumento significativo dei doppi abbonamenti Amazon Prime e Walmart+ sottolinea una strategia di consumo incentrata sulla massimizzazione del valore e dell’accesso in due principali ecosistemi di vendita al dettaglio. Le scelte del metodo di pagamento evidenziano ulteriormente i ruoli distinti che questi rivenditori svolgono nella mente dei doppi abbonati, con Amazon favorita per l’uso delle carte di credito e Walmart per le carte di debito. Questi risultati suggeriscono un panorama di vendita al dettaglio complesso e in evoluzione in cui i servizi in abbonamento sono sempre più parte delle mutevoli abitudini nella spesa dei consumatori.

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