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Ce lo diciamo sempre più spesso. E non solo nei convegni. Assistiamo a eventi globali dirompenti, ad una concorrenza urticante, alla rapida evoluzione delle preferenze dei consumatori e a un mercato del lavoro sempre più instabile. Scenari quindi in continuo movimento. Riflettere sulle strategie da adottare per i prossimi cinque/dieci anni diventa fondamentale. Per i piccoli retailer locali è inevitabile che prevalga una logica puramente difensiva. Inutile fare voli pindarici. O queste insegne trovano il modo di mettersi insieme per sostenere investimenti e reggere la concorrenza sempre più presente e pressante  nei territori o saranno costretti a declinare galleggiando ciascuno a casa propria cercando di resistere nel perimetro delle Centrali di riferimento.

Per gli altri, quelle che possono e che ci credono,  dalla gestione della supply chain e fino al modello di business, tutto è messo in discussione. Per mantenere la propria competitività in questo panorama in continua evoluzione, le aziende più performanti della grande distribuzione stanno testando, o in certi casi, implementando diverse strategie innovative.  I retailer, mai come oggi,  hanno accesso a enormi quantità di dati. Queste informazioni provengono da molteplici fonti: programmi fedeltà, transazioni in negozio e online, dati dei fornitori, indicatori di performance della supply chain e dei punti vendita, nonché fonti esterne. Questa ricchezza di informazioni offre un immenso potenziale per ottimizzare le operazioni e migliorare l’esperienza del cliente. L’impatto sulle performance è significativo.

I retailer che sfruttano efficacemente i propri dati possono modificare l’inventario in tempo reale, personalizzare le offerte, ottimizzare i prezzi, migliorare l’efficienza della supply chain e, non meno importante,  ottimizzare l’impiego del loro capitale umano. Questa volontà/capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato e ai comportamenti dei consumatori è il vero vantaggio competitivo cruciale in un settore in continua evoluzione. Gli effetti post pandemia, l’effetto sui prezzi, la stagnazione dei salari, la moltiplicazione delle insegne nei territori  e l’incertezza economica hanno profondamente modificato il comportamento d’acquisto dei consumatori. Di fronte all’aumento dei prezzi, in particolare dei prodotti alimentari, i clienti sono diventati più attenti e sensibili. Quindi meno fedeli. Per soddisfare efficacemente queste nuove aspettative, i retailer devono adattare con ben altra precisione la propria offerta attraverso l’analisi delle abitudini di acquisto, le tendenze di consumo e il feedback dei clienti. Questo approccio basato sui dati consente loro di sviluppare linee di prodotti più pertinenti, ottimizzare i prezzi e offrire promozioni mirate. Anche l’innovazione del servizio è fondamentale. Ponendo l’adattamento alle esigenze dei clienti al centro della loro strategia, i retailer non solo sopravvivono alla crisi inflazionistica, ma si posizionano per una crescita sostenibile cercando di riconquistare  la fedeltà dei clienti adattandosi continuamente ai comportamenti di acquisto in continua evoluzione.

Un’altra sfida decisiva riguarda la gestione delle risorse umane. L’elevato turnover e la difficoltà a trattenere i talenti sono questioni cruciali. Così come la capacità di gestione attenta di una quota significativa e inevitabile di lavoro povero, soprattutto legata al part time involontario. Per affrontare queste sfide, i retailer si stanno rivolgendo a strumenti digitali innovativi. Le piattaforme di gestione delle risorse umane basate su cloud aiutano a ottimizzare la pianificazione della forza lavoro, migliorare la comunicazione interna e semplificare i processi amministrativi. Queste soluzioni offrono inoltre ai dipendenti maggiore autonomia nella gestione dei propri impegni e nello sviluppo professionale. In questo contesto di trasformazione, l’importanza della formazione e dello sviluppo delle competenze non può essere sottovalutata.

I retailer stanno investendo molto in programmi di formazione continua, in particolare incentrati sui mestieri e sulle competenze digitali. Questo approccio incentrato sull’uomo, supportato dalla tecnologia, non solo migliora la fidelizzazione dei talenti, ma aumenta anche la produttività e la soddisfazione del cliente. Ripensando il ruolo dei dipendenti in prima linea, coinvolgendoli  e consentendo loro di crescere professionalmente, le aziende che ci credono  stanno creando un vantaggio competitivo sostenibile. L’impatto sul coinvolgimento e sulla fidelizzazione dei dipendenti è significativo.

L’intelligenza artificiale facilita questa evoluzione offrendo opportunità di formazione personalizzate e liberando tempo per attività di maggior valore. Gli strumenti di intelligenza artificiale, come i chatbot interni, migliorano anche la comunicazione e l’accesso alle informazioni per i dipendenti, aumentandone l’autonomia e la soddisfazione lavorativa. Inoltre, l’automazione delle attività ripetitive consente ai dipendenti di concentrarsi su aspetti più gratificanti del proprio lavoro, come l’interazione con i clienti e la risoluzione di problemi complessi.

Infine l’integrazione fluida tra canali fisici e digitali rappresenta una sfida importante per gli operatori del settore. I consumatori si aspettano ora un’esperienza semplificata  e coerente, indipendentemente dal punto di contatto con il brand. Ciò richiede una sincronizzazione fluida di inventario, prezzi e promozioni su diversi canali, nonché la possibilità di offrire servizi come il click-and-collect o la consegna a domicilio. Una gestione efficiente della logistica dell’ultimo miglio è fondamentale in questo approccio omnicanale. L’omnicanalità non è più un’opzione, ma una necessità per i retailer. Chi riuscirà a offrire un’esperienza cliente impeccabile e contemporaneamente gestire e coinvolgere i propri collaboratori,  ottimizzando al contempo le proprie attività sarà nella posizione migliore per prosperare in questo nuovo contesto in continua evoluzione.

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