Non credo finirà come in “Highlander” interpretato magistralmente dall’attore francese Christopher Lambert. Non ne resterà soltanto uno. Non c’è un Duncan MacLeod della GDO del futuro. Come ho scritto spesso sono, Giovanni Arena, Pippo Cannillo e Giangiacomo Ibba i tre (diversamente) giovani imprenditori che a mio parere, proveranno a ridisegnare, a loro modo, il futuro della GDO, a cominciare dal Sud. Non sono gli unici, ovviamente. Però hanno un profilo da leader in grado di guardare oltre il proprio perimetro tradizionale. Affrontano la realtà con approcci creativi. Non cercano solo soluzioni convenzionali. In genere si circondano di collaboratori migliori di loro nei rispettivi campi. Sanno ascoltare ma anche rischiare e decidere. Rappresentano la nuova generazione di imprenditori. Sanno guardare oltre la semplice logica imposta dalle centrali più tradizionali dove, a volte, si trovano stretti. Non sempre a loro agio. Ciascuno ha una strategia di crescita diversa e precisa accompagnata da una solida visione del futuro. Oggi l’occhio di Sauron punta su Giangiacomo Ibba e sulla sua squadra. Anche questo è un aspetto sottovalutato da molti osservatori in GDO. Si tende a fermarsi all’insegna. Al massimo all’imprenditore. Ma è sempre la qualità della squadra di testa a fare la differenza. Giangiacomo Ibba al suo fianco ha tre ottimi manager. Grégoire Kaufman, Roberto Comolli e Mario La Viola che, a loro volta, possono contare su ottimi collaboratori. Fatico a trovare veri punti deboli. Solo dagli imprenditori associati e dalle inevitabili dinamiche che si possono creare nel percorso potrebbero arrivare sorprese. È un progetto da seguire.
CRAI ha chiuso il 2024 con un giro d’affari di 3,1 miliardi di euro. Un risultato frutto di una strategia precisa contenuta nel piano strategico “Crai Futura”. Al lancio nel 2022 Giangiacomo Ibba era stato chiaro: “Vedo Crai come una sola grande azienda in grado di coprire tutto il territorio italiano (e non solo), sia con negozi di prossimità, sia attraverso i supermercati incentrata su una serie di pilastri solidi: valorizzazione delle persone, potenziamento del ruolo della Mdd, deciso rafforzamento di tutto il versante tecnologico, il che non vuol dire solo e-commerce, ma soprattutto uno snellimento dell’operatività quotidiana e ricorrente. E questo si può fare solo se si passa da gruppo distributivo a grande azienda”. Quindi diventare in un arco di tempo definito, un’organizzazione più integrata, efficiente e radicata nei territori in cui opera a cominciare dalla sede milanese sempre più orientata a configurarsi come un “headquarter di una grande azienda distributiva” dove, progetti e decisioni procedono celermente.
L’integrazione tra il Gruppo Fratelli Ibba e Codè Crai Ovest, che rafforza ulteriormente la presenza nel Nord Ovest e Crai Mediterranea, la nuova realtà in partnership con Michele Apuzzo, vanno in questa direzione. Fondamentale è il ruolo di Crai Secom nel garantire il supporto gestionale e strategico direttamente agli imprenditori aderenti. Ed è l’elemento di vera novità sul quale si stanno confrontando le centrali meno conservatrici. L’assetto di governance non poteva che prevedere la nomina di Giangiacomo Ibba alla presidenza e Michele Apuzzo alla vice presidenza per il triennio 2025-2027. Sarà interessante vedere come si assesterà la Campania. Lì si, non c’è spazio per tutte le insegne che oggi la presidiano. Il nuovo format di prossimità sta già mostrando risultati positivi, e le previsioni dichiarate parlano di circa 40 nuovi punti vendita e un fatturato stimato di 500 milioni di euro, consolidando il presidio nel Mezzogiorno attraverso CRAI mediterranea che tradotta in concreto significano: un centinaio di aperture nei prossimi tre anni, tra il format tradizionale Crai e quello Tuttigiorni, 80 milioni di euro di investimenti su crescita rete e infrastrutture. A supportare questa espansione sarà una piattaforma logistica all’avanguardia di 42.000 metri quadri. E, ultimo ma non meno importante, l’inserimento di oltre 1.000 risorse nei diversi settori.
Tuttigiorni in Campania sarà un test interessante. Già presente in Sardegna, Lazio e Veneto, con 8 punti vendita il modello punta a prezzi bassi, sempre, alla valorizzazione dei prodotti del territorio e della stagionalità, abbinati con reparti freschi ben assortiti. Ma non è tutto qui. A Casoria l’offerta comprende anche altro. Interessante è la presenza di servizi complementari (dalla possibile chiacchierata con il direttore alla presenza di una nutrizionista che offre consigli per un’alimentazione più equilibrata, all’Angolo Verde che garantisce composizioni di frutta e verdura di stagione, già tagliate. E poi numerosi servizi utili: fotocopie, Wi-Fi gratuito, accettazione dei principali buoni pasto, Too Good To Go per contribuire attivamente alla lotta contro lo spreco alimentare. Meritevole l’iniziativa di formazione che vede coinvolto il personale del punto vendita di Casoria per aderire alla rete nazionale dei Punti Viola promossa da DonnexStrada, offrendo uno spazio sicuro per le donne in difficoltà: un presidio di ascolto e supporto che va oltre la spesa. Infine CRAI guarda anche altrove per crescere.
Come scrive Marco Capisani su Italia Oggi: “Crai avvia lo sviluppo esterno, all’attacco di nuove aree geografiche in Italia ma con un occhio anche all’estero. Il gruppo guidato dall’a.d. Giangiacomo Ibba costituisce nuove società per occupare regioni specialmente al Sud come la Campania, sta testando ulteriori format di prossimità urbana come Crai Go ed entra con più decisione nel mondo dei servizi per esempio con Crai Energy, insieme alla svizzera Enet, ma pensando in prospettiva anche al turismo locale come le escursioni da organizzare con partner territoriali. In fondo all’interessante intervista, Capisani chiede: “Crai si dà ai servizi come altre realtà, per esempio Conad? «A noi non interessano i viaggi, bensì lavorare sul territorio con partner locali per fare conoscere attrattive e possibili forme d’intrattenimento esperienziale come le escursioni», chiosa Ibba. Una variante credo interessante per i luoghi a forte vocazione turistica.
Se osserviamo Casoria sul versante delle novità rispetto alla funzione classica del “prendi e vai” possiamo intravedere uno dei possibili sviluppi futuri del punto vendita fisico. Sempre più luogo di incontro, di servizi e di relazione. E poi, a parte Svizzera e Malta, CRAI punta ad Est (Praga e Bratislava) infoltendo il gruppo delle insegne italiane che guardano con interesse in quella direzione. Infine la necessità di intercettare il mondo dei pasti da consumare sempre più in casa. Al di là della profezia di Juan Roig, il dominus di Mercadona, che ritiene il 2050 l’anno in cui non ci saranno più le cucine nelle case. Forse esagera. Quello che è certo è che si cucinerà sempre meno, soprattutto nelle città.
Infine CRAI ha cercato e ottenuto il primo Passaporto Digitale del made in Italy del comparto GDO. Uno strumento di trasparenza e tracciabilità dei prodotti. Un’opportunità per le imprese, che potranno valorizzare i propri prodotti, la loro qualità e la loro autenticità, differenziandosi dalla concorrenza.. Grande impegno a tutto campo, quindi. CRAI sembra così cogliere le nuove traiettorie con un certo anticipo sui concorrenti. Di questi tempi non è poca cosa.