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In GDO sono poche le aziende che vi si sono cimentate. Molte temono i giudizi severi dei loro collaboratori. E poi,  CEO e addetto alle pulizie non hanno lo stesso angolo di visuale. Chi si sente ascoltato, riconosciuto, inquadrato correttamente, stimolato a interagire, di solito si dichiara soddisfatto. Chi ha problemi esterni all’azienda che necessitano risposte concrete che spesso non ci sono, chi si sente poco considerato o sotto inquadrato, chi considera il lavoro per lo stipendio che assicura, valuta con estremo scetticismo premi e riconoscimenti ottenuti dalla sua azienda nel campo della gestione delle  risorse umane. Colloqui individuali, coinvolgimento  e comunicazione a due vie offrono risposte ma il tema che non tutti possano percepire le iniziative aziendali come positive e condivisibili, resta aperto.  Due esempi tipici in GDO. Un dipendente che rischia di essere licenziato e che, salva il posto di lavoro grazie ad un passaggio a terzi del suo punto vendita, tirerà un respiro di sollievo, ma conserverà un pessimo ricordo del trattamento subito e della paura passata. Lo stesso vale per uno spostamento di reparto non richiesto. O per il mancato passaggio di categoria, ecc.

Per queste ed altre ragioni proporsi o ottenere il titolo di “Great Place to Work” in GDO genera spesso uno scetticismo diffuso. Vivere in sede o in un punto vendita, poi,  non è la stessa cosa. Lo stesso rapporto capo-collaboratore in situazioni dove la reattività è decisiva, cambia molto. Per queste ed altre ragioni, nella GDO sono poche le aziende che si cimentano per ottenere questi riconoscimenti pur proposti da società differenti.  E solo in GDO una è “italiana” ed è pure del sud: Maiora SpA SB che ha avuto il riconoscimento Top Employer. Non credo sia un caso. È la fotografia della realtà di un comparto che, nella gestione delle risorse umane è molto indietro. Tra l’altro Maiora ha appena ricevuto  il premio EY nella categoria Capitale Umano. Un riconoscimento che premia la visione, il coraggio e la strategia sostenibile di chi, ogni giorno, costruisce un ambiente equo, inclusivo e meritocratico, agendo con responsabilità nei confronti del territorio e di chi lo abita.

Ritornando a Great Place  to Work, alcuni ne criticano il metodo sostenendo che le risposte dei dipendenti potrebbero essere influenzate da fattori esterni, come una pressione di gruppo o la paura di ricadute negative. Altri criticano la gestione della reputazione, affermando che le aziende che ottengono il titolo di “Great Place to Work” potrebbero non essere davvero tali e che la certificazione viene utilizzata solo  per fini di marketing.  In questo caso la certificazione di “Great Place to Work” potrebbe creare un’immagine quindi distorta dell’azienda, suggerendo che sia un ambiente di lavoro ideale, anche se non è realmente così. In sintesi, le critiche a Great Place to Work riguardano principalmente la validità del metodo di valutazione e la gestione della reputazione aziendale più  che una vera rappresentazione dell’ambiente di lavoro. In altre parole il rischio è che, come a scuola, il certificato, per chi lo insegue, sia più importante del percorso. 


Personalmente credo, al contrario,  sia un buon punto di partenza per far crescere una cultura del rispetto, dei doveri e dei diritti che metta al centro il cliente interno come premessa indispensabile a qualsiasi discorso sulla centralità del cliente. In GDO c’è molta strada da fare. Argomento  che dovrebbe essere preso in considerazione da molte insegne. In altri Paesi.  non è così. C’è una percezione diversa, positiva. Utile a determinare processi di miglioramento continuo. Oltre al riconoscimento in sé conta classificarsi. Segnala un aspetto della potenziale attrattività  di un’insegna rispetto ad un’altra.

Uscendo dalle logiche del nostro comparto in senso stretto va detto che, ad oggi, Great Place To Work® ha intervistato i dipendenti di tutto il mondo sulle loro esperienze sul posto di lavoro. Utilizzando il sondaggio proprietario Trust Index™, viene misurato  il nucleo di ciò che crea ottimi luoghi di lavoro: comportamenti chiave che guidano la fiducia nella gestione, il rapporto  con i colleghi e la fedeltà all’azienda. Il sondaggio consente ai dipendenti di condividere feedback quantitativi e qualitativi riservati sulla cultura della loro organizzazione rispondendo a 60 affermazioni su una scala di cinque punti e rispondendo a due domande aperte. I dipendenti raccontano  se i leader sono accessibili o meno, se comunicano onestamente e chiaramente e se le loro azioni corrispondono alle loro parole. Dicono se si sentono rispettati come individui, se ricevono supporto per il loro benessere e sviluppo personale, se hanno l’opportunità di contribuire al risultato e se c’è apprezzamento per il loro lavoro. Raccontano  se credono che la loro azienda sia equa in relazione a retribuzione, profitti, promozioni, riconoscimento, favoritismi e opportunità di crescita.  Se sono orgogliosi del loro lavoro, del loro team, della loro azienda, se sentono di fare la differenza e se il loro lavoro è valorizzato. E raccontano se si trovano bene con le persone con cui lavorano, se si sentono rispettati  e se possono essere sé stessi.

Le classifiche degli elenchi si basano su questi feedback dei dipendenti, che vengono analizziti per determinare la misura in cui questa esperienza è condivisa da tutta la forza lavoro. Great Place To Work misura così le differenze nelle risposte ai sondaggi tra i gruppi demografici e i ruoli all’interno di ogni organizzazione per valutare sia la qualità che la coerenza dell’esperienza dei dipendenti. Le dichiarazioni sono ponderate in base alla loro rilevanza nel descrivere gli aspetti più importanti di un posto di lavoro positivo. Le migliori aziende creano grandi esperienze lavorative non solo per i manager a tempo pieno, ma anche per i loro dipendenti part-time, per coloro che sono appena arrivati in azienda  e per coloro che vi hanno trascorso tutta la loro carriera. E questo  per tutta la popolazione aziendale.  Poiché il feedback dei dipendenti guida queste classifiche, i sondaggi devono soddisfare requisiti rigorosi per il modo in cui sono distribuiti e la percentuale di dipendenti che rispondono per garantire che rappresentino accuratamente il feedback onesto dell’intera popolazione dell’azienda.

Negli USA  per essere idonee alla lista Fortune Best Workplaces in Retail, le aziende devono essere Great Place To Work-Certified™, avere 10 o più dipendenti negli Stati Uniti ed essere nel comparto del retail. Le aziende da 10 a 999 persone sono considerate per la categoria piccola e media; le aziende con 1.000 dipendenti o più sono considerate per la categoria grande. Le aziende che appaiono nella lista delle 100 migliori aziende per cui lavorare di Fortune sono in cima. Nell’ultimo anno, Great Place To Work ha intervistato aziende che impiegavano 8,2 milioni di persone negli Stati Uniti e ha ricevuto 1,3 milioni di risposte al sondaggio. Di questi, oltre 123.000 risposte sono state ricevute dai dipendenti delle aziende che erano idonee per l’elenco Fortune Best Workplaces in Retail del 2024 e questo elenco si basa sul loro feedback.

Negli USA il 2024 ha visto il successo di Wegmans Food Markets, Inc. interessante la dichiarazione di un collaboratore: Venendo da un background e una cultura completamente diversi, non mi sono mai sentito fuori posto. La mia manager mi ha davvero mostrato quanto le importa di me e dove sono. Sono estremamente grato di lavorare per un’azienda che è così inclusiva  e mi ha dato ampie opportunità di imparare e crescere”. View Company Profile. Si è classificata seconda Sheetz, Inc di Altoona, PA View Company Profile. Interessante il commento di un dipendente: “ho apprezzato  la sensazione di non essere solo un numero qui”. Al terzo posto si è classificata Target Corporation di Minneapolis, MN. Un commento: “lavoro molte ore e i capi pretendono  molto, ma non ho mai esitato a sentirmi orgoglioso di lavorare per questa azienda. Mi piace venire al lavoro, vedere i miei colleghi e quasi tutti i giorni, sentirmi realizzato nel lavoro che faccio. Grazie per avermi permesso di fare  una carriera”. View Company Profile.

Fuori da podio e tr le prime venti troviamo tra quelle più note al settimo posto Walmart, al 12° Abercrombie & Fitch, al 18° ALDI. Una competizione quindi che vede impegnate le migliori insegne USA. (https://www.greatplacetowork.com/best-workplaces/retail/2024). Sarebbe interessante, più che dubitare dello strumento, utilizzarlo per innescare una gara con l’obiettivo di migliorare e milgiorersi  sul serio nella gestione delle risorse umane per rendere maggiormente attrattivo l’intero comparto. Soprattutto  da noi.

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