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Apprezzo da tempo la metodologia vagamente kennediana di Thea Ambrosetti nel valutare le performance  delle aziende della GDO. Nella narrazione classica ciascuna azienda ha sempre preferito raccontare la propria storia, il proprio perimetro di attività in rapporto alla concorrenza, i numeri che certificano  la crescita, i progetti,  i personaggi che si sono via via succeduti, l’impegno occupazionale e solidaristico per concludere, quasi sempre, le classiche richieste di sostegno alla politica o al Governo. Thea inserisce l’insegna nel contesto perché  se ne possa percepire il valore per la collettività nazionale: “non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese” rappresenta un interessante cambio di prospettiva. Fatturato, redditività al metro quadro, quota di mercato conquistata, costo del lavoro e via discorrendo restano nel solco classico. A volte un po’ ripetitivi e poco interessanti per molti. Se ci si ferma lì siamo alla rappresentazione plastica del famoso “cassetto” di fine giornata. Ciò che lo alimenta e ciò che lo svuota. Uno degli elementi di subalternità culturale del nostro comparto rispetto ad altri spesso più capaci di comunicare, è dato proprio da quell’approccio.

Non c’è orgoglio di settore in quanto tale. C’è tanto “io” e poco “noi”.  È un mestiere umile e individualista quello del “bottegaio” grande o piccolo, non importa. Se la sua valutazione resta confinata nel negozio o nella competizione spicciola tra insegne è inutile illudersi che possa essere apprezzato in altri contesti. THEA prova ad uscire da questo schema e alza il livello. Il caso del Bilancio Socio-Economico di  LIDL in Italia è interessante sotto questo punto di vista. Certo ci sono  Conad, Esselunga, Eurospin ancora davanti. O le centrali come Selex e Végé o altre che tendono a portare a sintesi le pur apprezzabili diversità. Solo Conad ha provato ad allargare il campo d’azione. Il tratto distintivo di tutti rischia di essere  una  competizione priva di vero interesse per chi non è coinvolto direttamente. Penso alla Politica, alle istituzioni, ai media, ecc. THEA mostra che LIDL ha voglia di muoversi su un altro terreno. Fossi nelle altre insegne top mi sentirei punto sul vivo.

La Distribuzione Moderna è un settore in forte crescita: nel 2023 ha generato direttamente oltre €130 miliardi di fatturato (cresciuti del 27% negli ultimi 10 anni), €21,6 miliardi di valore aggiunto (+47%) e €2,7 miliardi di investimenti (+41%), impiegando circa 450 mila addetti. In particolare, offre un contributo strategico all’occupazione soprattutto delle categorie più fragili: è il 4° settore per contributo all’occupazione al Sud e favorisce l’occupazione femminile (+32% rispetto alla media italiana), giovanile (+67%) e a tempo indeterminato (+8%). Considerando anche l’occupazione abilitata nelle filiere attivate a monte e a valle (es. produzione, intermediazione, logistica e trasporto, ecc.), la Distribuzione Moderna dà lavoro a oltre 3 milioni di italiani, il 20% dell’occupazione totale del Paese. Di particolare rilievo è il ruolo della Marca del Distributore, che le stime per il 2024 proiettano a circa €26 miliardi di fatturato e al 31,8% di quota di mercato all’interno della Grande Distribuzione Organizzata, con un peso crescente anche nel segmento dei discount.

Senza l’orgoglio e la volontà di “appropriarsi” collettivamente del contributo di ciascuna insegna, alla realizzazione del  tutto, stiamo parlando di singoli quanti bravi  imprenditori  dotati di insegna. Un tempo piccoli e sotto casa orgogliosi del proprio negozio oggi sempre orgogliosi di ciò che hanno messo in piedi, solo un po’ più grandi.  La differenza tra chi guarda al futuro e chi si attacca al glorioso passato è tutta qui. THEA quindi aggiunge significato e spessore.

Ovviamente c’è anche  l’azienda tedesca e i suoi numeri nella presentazione al MIMIT. Lidl ha consolidato nel tempo una posizione di primo piano nel panorama economico nazionale, classificandosi nel 2023 al 31° posto tra le principali aziende italiane per volume di ricavi, in netto miglioramento rispetto alla 41a posizione occupata nel 2014. Nell’ambito della GDO, l’azienda è salita dal 11° al 7° posto nello stesso arco temporale, a conferma del suo percorso di sviluppo virtuoso. La strategia di assunzione di Lidl Italia dimostra un forte impegno verso la parità di genere, l’occupazione giovanile e la stabilità dei contratti di lavoro. La strategia dell’azienda promuove le pari opportunità e garantisce che l’equità di trattamento si rifletta anche nel sistema retributivo aziendale attraverso una totale equità salariale tra uomo e donna a parità di ruolo, responsabilità e competenze.

Nel 2023, il totale delle forniture di beni e servizi acquistati in Italia da Lidl ha raggiunto i € 6,6 miliardi. Tale importo è principalmente indirizzato al settore della produzione agroalimentare (prodotti destinati alla distribuzione nei punti vendita), ma comprende anche una quota significativa di forniture relative a servizi logistici, manutenzioni e servizi immobiliari, beni energetici e materiali di consumo, servizi di marketing e pubblicità, ecc. Infine, Lidl contribuisce significativamente alle esportazioni di prodotti alimentari e non, dall’Italia, grazie agli acquisti effettuati per rifornire i propri punti vendita all’estero. Nel 2023, tali acquisti hanno generato esportazioni italiane per un valore di circa €2,5 miliardi, in crescita del 17,5% medio annuo rispetto al 2018, incidendo per il 4,8% dell’intero export del settore Food & Beverage italiano.

In particolare, l’export di frutta e verdura di Lidl Italia, che corrisponde al 22,8% del totale dell’export dell’azienda, rappresenta il 10,4% delle esportazioni totali di frutta e verdura del Paese. Nel 2023, Lidl ha generato un Valore Aggiunto di €1,2 miliardi in Italia. Tale cifra rappresenta il contributo diretto dell’azienda alla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale. Nel 2023, il Valore Aggiunto totale attribuibile alla presenza di Lidl in Italia è stato pari a € 6,7 miliardi. Questo risultato riflette un moltiplicatore economico pari a 5,6: ogni euro di Valore Aggiunto diretto generato da Lidl ha attivato ulteriori 4,6 euro nell’economia italiana. A tale impatto si aggiungono le entrate tributarie riconducibili all’attività commerciale dell’azienda: in particolare, l’IVA generata dalle vendite al consumatore finale e le accise sui prodotti alcolici, per un valore cumulato pari a quasi €840 milioni nel 2023.

Includendo queste componenti fiscali, il contributo complessivo di Lidl al PIL nazionale per l’anno 2023 è stimato in €7,6 miliardi, equivalenti a circa lo 0,4% del PIL italiano. Il PIL totale generato solo da Lidl in Italia è superiore a importanti settori industriali e di servizi operanti nel Paese. Effetti analoghi a quelli economici si riscontrano anche in termini occupazionali. Oltre al personale impiegato direttamente da Lidl sul territorio nazionale, si registrano effetti occupazionali indiretti, generati dall’attivazione delle filiere produttive collegate, e indotti, risultante dalla spesa dei redditi distribuiti e dal conseguente incremento dei consumi delle famiglie.

Numeri importanti che dovrebbero essere portati a sintesi in premessa da tutte le insegne, che possono contribuire a ridisegnare un perimetro economico, decisivo e determinante, per l’intera filiera e che caratterizza il lavoro della grande distribuzione per il nostro Paese. 

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