Pur a distanza e a mente fredda dall’interessante iniziativa milanese condivido che un premio speciale andrebbe dato alla cagnolina Woody per la pazienza dimostrata. Argomento utile quanto impegnativo nella presentazione, tutta al femminile, del presente e del futuro di ReStore e delle sfide del comparto retail tenuta con il solito entusiasmo coinvolgente di Barbara Labate. Non è solo un business. C’è una visione intelligente di ciò che aspetta il (sempre diffidente) mondo della GDO. C’è sempre chi pensa che l’innovazione sia ritornare sempre e solo sui fondamentali del mestiere e che certi argomenti siano più da convegni che trasportabili nella vita vera dei punti vendita. L’innovazione per questi è una parte accessoria e marginale del business. Non rappresenta, come dovrebbe, l’elemento trasformativo che può generare un vero vantaggio competitivo. E questa mancanza di visione ne frena lo sviluppo.
Nel mese di gennaio 2025 sono stati 44,3 milioni gli individui online, pari al 75,9% della popolazione dai 2 anni in su, collegati complessivamente per 73 ore e 50 minuti per persona (+5,2% rispetto al mese precedente), secondo i dati della total digital audience prodotti dal sistema Audiweb e distribuiti da Audicom. Dai dati sulla distribuzione del tempo trascorso online nel mese di gennaio risulta che l’88,2% è stato generato dalla fruizione da Mobile (Smartphone e/o Tablet), con un peso maggiore per le donne che hanno dedicato il 91,6% del loro tempo di navigazione da questi device. Io credo che in una prospettiva omnicanale il Retail Media possa essere veramente un’opportunità per i retailer di valorizzazione dei loro spazi fisici e media digitali, in particolare per la comunicazione sul punto vendita e per le promozioni personalizzate. Siamo veramente di fronte ad un’evoluzione del modello di business.
Alcune grandi realtà internazionali come Carrefour, Walmart e Tesco stanno già andando decise in questa direzione. I media digitali in-store guideranno la performance delle vendite, incrementando la visibilità del brand. ReStore è costituito da 4 units: Software, Logistics, Media e Business Intelligence. ReStore Media, lanciata nel 2020, si distingue oggi come il principale network Retail Media attivo e integrato a livello nazionale, in un mercato italiano frammentato per vocazione. «La sfida sarà mantenere la centralità del dato e offrire agli investitori un unico interlocutore capace di generare volumi, senza disperdere valore», ha dichiarato Barbara Labate. ReStore prevede di chiudere il 2025 con 15 milioni di euro di fatturato, in crescita del 35% annuo, con il retail media a costituire una «buona fetta» del totale. «Siamo un player unico, in grado di offrire soluzioni end-to-end, dal software alla consegna, fino alla monetizzazione degli spazi digitali e all’analisi dei dati», ha affermato Labate, sottolineando anche il lancio di ReStore Metro Market, un progetto di temporary store per brand all’interno degli spazi della metropolitana milanese.
Stefania Tonon, Head of ReStore Media ha affrontato il tema del Retail media. Un network di oltre 20 retailer italiani, con copertura nazionale su 20 regioni, 82 province e più di 500 città. Il retail media, una strategia pubblicitaria in forte espansione sia in Italia che a livello globale, sta rivoluzionando il modo di fare advertising e di costruire relazioni tra retailer e brand.«Per il 2025 rilanciamo una visione strategica che punta su un’offerta completamente rinnovata e omnicanale, fondata su dati di prima parte, tecnologie avanzate e una distribuzione capillare», ha spiegato Tonon. L’obiettivo è rafforzare la leadership di ReStore in un mercato che, secondo alcune stime, potrebbe valere circa 400 milioni di euro già nel 2025. Un esempio concreto? Il caso Tigros, che ha adottato un modello integrato a 360°: digital signage, radio in-store, CRM, properties digitali, attività di eCommerce e data collaboration. «È un progetto triennale con cui copriamo ogni asset, dall’in-store al programmatic, con una visione data-driven e omnicanale», ha aggiunto Tonon. “Restore dal 2020 ha creato un network di retailer grocery non solo aderenti alla sua piattaforma, ma che ci hanno dato in concessione i propri spazi per attività di branding in favore dell’industria e ha ampliato il network anche con una parte di radio in-store di spazi fisici nei negozi”.
All’interno del panorama italiano, da un lato si sta assistendo a una forte innovazione nel comparto Retail per cui gli spazi fisici sono ormai ampiamente digitalizzati (basti pensare alla presenza sempre più evidente di schermi, totem e chioschi digitali nei negozi). Dall’altro lato sono sempre più gli utenti che effettuano acquisti online per cui si assiste a una crescita continua dell’eCommerce B2c, mercato che considerando la vendita di prodotti e servizi nel 2024 ha superato i 58 miliardi di euro. Il Retail Media sta dunque emergendo come uno dei trend più rilevanti a cavallo tra il mondo pubblicitario e il mondo Retail. In alcuni Paesi (USA e CINA) sono previsti tassi di crescita importanti anche per i prossimi anni. Anche in Italia, sebbene si tratti di un mercato ancora contenuto, sta crescendo l’interesse da parte dei diversi operatori, che iniziano a capire quale sia il potenziale dietro al Retail Media. Anche i consumatori possono beneficiare da questo nuovo modello, in quanto ricevono un’esperienza d’acquisto personalizzata, con suggerimenti di prodotti e marchi rilevanti in base ai propri interessi e necessità. Per i retailer trattare i negozi come un canale multimediale potrebbe attirare i budget media dei brand, generando degli extra profitti per le catene alle prese con margini in continuo calo. Per i marchi il Retail Media è un nuovo canale di comunicazione da esplorare e misurare nelle performance, combinando attività online e offline.
Chiudendo l’incontro, Alice Isacchini, project manager del team ReStore, ha presentato PAI, la nuova piattaforma AI pensata per semplificare la gestione dell’assortimento online nella GDO. «Oggi l’assortimento online è spesso incompleto o poco curato. Questo impatta negativamente sulle vendite e aumenta i costi operativi. Con PAI, basata sulla tecnologia Purchaise, ReStore propone una soluzione in grado di aggiornare automaticamente contenuti e schede prodotto, individuare anomalie e contattare direttamente i fornitori per colmare le lacune informative». Il risultato è un assortimento digitale sempre aggiornato, senza carichi manuali superflui per le risorse interne. L’approccio di ReStore è veramente interessante anche per non addetti ai lavori perché riesce a coniugare visione e concretezza. Elemento indispensabile per accompagnare e guidare questa fase di transizione.