“Nessun uomo è un’isola e nemmeno un supermercato lo è” raccontava un vecchio spot del 2018 di Conad. Ed è probabilmente da quella convinzione che ha preso forma l’idea di una Fondazione che creasse valore per la collettività partendo da una cultura aziendale e di sistema già presenti nel DNA del Consorzio e delle sue cooperative. Non basta un claim, un marchio e dei risultati. E nemmeno quello che si mette sugli scaffali. L’insegna è certamente un elemento importante per il cliente. Però non è sufficiente per sentirsi ed essere riconosciuti come leader nazionali. Fondazione Conad è un’intuizione pensata a lungo che però si concretizza solo nel 2022. Tre anni dopo l’operazione di acquisizione di Auchan che ha rappresentato un passaggio epocale per il Conad. L’impasto era già buono e vincente. Spirito cooperativistico, impegno imprenditoriale, condivisione di obiettivi comuni, avevano già proiettato Conad al primo posto in termini di somma dei fatturati delle cinque cooperative. Serviva però un salto di qualità. Innanzitutto sul piano interno che consentisse di far maturare la consapevolezza del ruolo. Mi verrebbe da dire prendendo a prestito Massimo d’Azeglio: “Fatta l’Italia, si sarebbero dovuti fare anche gli italiani”. E Conad, è proprio lì che ha scontato un ritardo culturale. Non erano e non sono sufficienti i pur efficaci e riconosciuti “dialetti regionali” che lo compongono né l’acquisizione della rete della multinazionale francese. Quello che poteva apparire come un agognato traguardo era solo una tappa di un percorso che di lì a poco avrebbe comportato ulteriori salite impegnative.
Fondazione Conad è quindi un tassello di un puzzle più complesso. È importante perché non si sovrappone alle attività delle singole cooperative che restano patrimonio dei territori ma ne rappresenta l’elemento unitario e fa da moltiplicatore. Sicuramente è l’iniziativa più importante in termini di responsabilità sociale costruita da un’insegna della GDO nel nostro Paese. Rappresenta la consapevolezza del Consorzio nel suo insieme. Da una parte resta il dovere di restituire alle comunità parte di ciò che le comunità stesse danno al consorzio. E i report sulla responsabilità sociale delle singole cooperative ne costituiscono la prova insieme ai bilanci. Dall’altra c’è l’impegno sul lungo termine. Il volto dell’intero consorzio, il livello dei suoi interlocutori sociali e istituzionali, la volontà di farsi carico dei problemi della società che si manifestano non solo intorno ai punti vendita. E le classifiche, quelle che contano, si scalano così. Mettendosi in gioco. Non con gli zero virgola o i magheggi sui fatturati.
Fondazione Conad punta allo sviluppo civile, culturale ed economico delle comunità in cui opera, perseguendo finalità di interesse pubblico e utilità sociale. “Fondazione Conad ETS promuove, favorisce e coordina iniziative e progetti in sette ambiti di azione: nutrizione e sana alimentazione per tutti; educazione, formazione e informazione delle giovani generazioni; supporto alle comunità locali; protezione dell’ambiente naturale; promozione di attività culturali e sportive; promozione della ricerca scientifica; promozione di iniziative imprenditoriali”. È quindi l’ente no profit fondato dal Consorzio Conad e dalle Cooperative territoriali per valorizzare ulteriormente le iniziative promosse sui diversi territori e svilupparne di nuove, sempre con un respiro nazionale. Ne anticipa in parte l’evoluzione auspicata fin d’allora ma ancora tutta da portare a dama. Il focus fondamentale della Fondazione sono i giovani, le loro fragilità e le loro speranze di integrazione. Il loro futuro. Il nostro futuro. Difficile per me scegliere tra iniziative, tutte di notevole qualità. Per saperne di più (leggi qui).
Ne segnalo però alcune. Il Progetto Scuola, inserito nel programma di eventi in live streaming per le scuole di Unisona per aiutare i protagonisti dell’impegno civile a dialogare con i nuovi cittadini su temi di grande interesse per i giovani: CyberMafia, Dipendenze, Scuola e benessere, Nuove tecnologie con decine di migliaia di studenti coinvolti nel tempo. In partenership con Fondazione L’Albero della Vita ETS, il progetto ‘Sport Never Stop’ (a cui ho potuto partecipare alla presentazione di Milano) per contrastare la povertà educativa e prevenire la criminalità, offrendo a bambini e bambine che vivono nei quartieri più difficili delle grandi città la possibilità di praticare gratuitamente un’attività sportiva durante l’anno e di frequentare laboratori educativi sui valori positivi dello sport e su una corretta alimentazione. 8 città coinvolte (Milano, Genova, Reggio Emilia, Ascoli Piceno, Perugia, Napoli, Catanzaro e Palermo). Insieme a Piazza dei Mestieri, Fondazione Conad ETS sostiene un progetto di inclusione lavorativa che offre a giovani disoccupati la possibilità di seguire un corso professionalizzante di 70 ore, così che possano imparare un mestiere e inserirsi nel mondo lavorativo. Il progetto, attivo in cinque città (Milano, Torino, Catania, Casarano e Padova), coinvolge circa 100 ragazzi e prevede l’erogazione di corsi formativi sul settore ristorativo, con un focus su cucina e gastronomia, tenendo in cosiderazione le esigenze dei diversi territori. Al termine del percorso, è previsto un servizio di placement nei negozi Conad e in altri esercizi commerciali della zona.
Dalla convinzione che “Non esistono ragazzi cattivi” nasce ‘In-Tessere’, progetto ideato e sostenuto da Fondazione Conad ETS, che per la prima volta in Italia, grazie al supporto operativo di Kayròs, capofila dell’iniziativa, mette in rete IPM, Associazioni e Servizi Sociali di 5 città (Milano, Torino, Roma, Bari e Palermo) per offrire ai ragazzi sottoposti a provvedimenti penali la possibilità di svolgere laboratori creativi che possano trasformarsi in occasioni di lavoro. Fondazione Conad ETS anche nel 2025 è al fianco della FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) per sostenere la Scuola Itinerante, progetto di inclusione sportiva dedicato a giovani atleti con disabilità tra i 5 e i 14 anni per favorire l’integrazione dei ragazzi all’interno di un gruppo e per orientarli alla scelta di una disciplina sportiva. L’edizione di quest’anno prende il nome di ‘Sport Senza Confini’ e diventa ancora più grande, prevedendo 15 raduni rispetto agli 11 del 2024 e ai 6 del 2023, grazie anche a un nuovo partner – Procter & Gamble Italia – che ha deciso di sostenere la FISPES in questa iniziativa.
Infine in collaborazione con IPSOS, Fondazione Conad ETS ha inaugurato l’Osservatorio che mette a disposizione dati, approfondimenti e statistiche relativi alla sostenibilità che possono aiutare a comprendere meglio le sfaccettature della società, in Italia come in altri Paesi nel resto del mondo. I giovani quindi non sono solo il nostro futuro. Ampliare le opportunità che consentono loro di impegnarsi e studiare è fondamentale. Queste iniziative cercano di aiutare genitori, insegnanti, operatori sociali che mirano a trasformare i sistemi educativi, la pratica degli insegnanti e gli ambienti scolastici in modo che soddisfino al meglio le esigenze degli adolescenti come l’ultima, in diretta dal Liceo Crespi di Busto Arsizio, dove si è parlato di legalità e contrasto alle mafie a oltre 70.000 studenti e insegnanti che seguivano in collegamento da 635 istituti superiori di 426 città e 20 regioni!
Straordinaria la partecipazione di ragazze e ragazzi che, sia in diretta che a distanza attraverso un’app, hanno proposto riflessioni e domande sul tema, dialogando con il Presidente Pietro Grasso, che ha spiegato dove si nascondono le mafie oggi e da Piefrancesco Diliberto, in arte Pif, che ha ricordato che ciascuno può fare la sua parte per contrastare la cultura mafiosa. Sono intervenuti anche Mauro Lusetti, presidente di Conad, che ha spiegato come sviluppare gli anticorpi per contrastare la cultura mafiosa nel mondo del lavoro e Sara Caon, studentessa che scrisse a Borsellino una lettera di ‘sollecito’ al dialogo con i giovani, alla quale il magistrato aveva iniziato a rispondere lo stesso giorno in cui venne ammazzato. E, allora, se vuoi fare qualcosa per i giovani e per la collettività viene proprio da dire: “Ma vai da Conad!”