Grande Distribuzione. METRO firma l’accordo di espansione

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Le relazioni sindacali sono sempre influenzate dal contesto nel quale l’azienda opera. E quando il contesto spinge l’impresa ad affrontare un profondo riorientamento del proprio business le tensioni con le organizzazioni sindacali sono inevitabili. Sopratutto in situazioni dove, nel passato, hanno rappresentato un punto di forza nelle fasi di crescita.

È il caso di Metro Italia dove si è recentemente raggiunto una importante intesa con la sottoscrizione del cosiddetto “contratto di espansione” (in sintesi è una tipologia di accordo  che  consente di avviare piani concordati di esodo per i lavoratori  che si trovino a non più di 60 mesi dal conseguimento del diritto alla pensione bilanciandoli con nuove assunzioni con evidenti risparmi sul costo del lavoro).

Con oltre 4.000 dipendenti,  METRO è leader nel commercio all’ingrosso e nel settore alimentare. Presente in Italia in 16 regioni con 49 punti vendita all’ingrosso, con  diverse modalità di acquisto in funzione delle specifiche esigenze: dalla consegna (Food Service Distribution – FSD) al Cash and Carry e al canale digitale. La rete distributiva si completa con due depositi rispettivamente nelle aree metropolitane di Milano e di Roma, dedicati esclusivamente all’FSD. L’azienda ha circa 200.000 clienti con un focus specifico sulla ristorazione e l’ospitalità (Horeca). Nel mondo, METRO opera in oltre 30 paesi, impiega oltre 95.000 persone in tutto il mondo e conta circa 17 milioni di clienti con  un fatturato di 24,8 miliardi di euro. Metro Italia partecipa alla supercentrale di acquisto Aicube insieme a Gruppo Végé, Carrefour Italia e Gruppo Pam.

L’azienda tedesca è impegnata ad accompagnare l’evoluzione e la trasformazione del mercato dell’HORECA  (In sintesi la distribuzione di  prodotti presso hotel, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, catering, ecc.) dove è leader. Un settore in grande trasformazione a cui la recente pandemia ne ha mostrato limiti e possibili accelerazioni evolutive. 

Per supportare questi cambiamenti servono nuove strategie multicanale  e investimenti che prevedono la coesistenza delle tre formule: canale tradizionale  Cash and Carry, Food Service Distribution ( FSD) e Digitale. L’accordo sul contratto di espansione ha l’obiettivo di accompagnare la strategia aziendale e la sostenibilità futura del business, prevedendo la possibilità per 260 dipendenti di METRO Italia di accedere ad un programma di accompagnamento alla pensione, su base volontaria, con 5 anni di anticipo rispetto ai requisiti normalmente previsti. Parallelamente, l’accordo prevede l’ingresso in azienda di nuovi profili professionali e l’evoluzione delle competenze individuali e di gruppo introducendo modalità di lavoro innovative nei diversi canali commerciali. Il progetto formativo che accompagna questa importante evoluzione coinvolgerà 2.500 persone per un totale di oltre 40.000 ore di formazione.

L’accordo raggiunto è stato giudicato positivamente dai sindacati di categoria anche se il suo raggiungimento è stato definito “faticoso”. Pesano le incomprensioni accumulate nel tempo. Da una parte le esigenze aziendali di riorientare il più rapidamente possibile il business e contenere i costi per evitare un declino pericoloso, dall’altra la difficoltà di comprendere che quando è in gioco il futuro di un’impresa gli spazi negoziali tendono inevitabilmente a modificarsi e a ridursi  se non colti nella loro evoluzione necessaria. E questo è un tema presente nell’intera categoria.

L’adeguatezza del CCNL, i contenuti di una contrattazione aziendale generata dallo sviluppo continuo e spesso inadatta a gestire il declino, gli stessi manager spesso chiamati a portare risultati eccessivamente sfidanti. Da tutto questo, e non solo in METRO,  nascono le incomprensioni derivate dalla disdetta della contrattazione aziendale, dalla necessaria flessibilità organizzativa, le terziarizzazioni, i sistemi premianti, la gestione stessa della cassa integrazione e tutto ciò che provoca attrito di ruolo e di confronto, soprattutto a livello locale.

Qui come altrove se il confronto necessario non viene inserito in un percorso di cambiamento di approccio nascono solo resistenze che, anziché rafforzare e dare autorevolezza,  isolano le organizzazioni sindacali dalla maggioranza dei lavoratori. E rischiano di convincere i responsabili aziendali che le relazioni sindacali sono una sostanziale perdita di tempo. Il cambio di contesto e di approccio è stato brusco, inutile negarlo. Era necessario proprio per evitare conseguenze peggiori.

Questo accordo offre una nuova opportunità di ripresa delle relazioni. Propedeutico ad un diverso contratto aziendale. L’obiettivo non può che essere quello di partecipare al riorientamento e al rilancio dell’insegna. Senza pregiudizi e senza nostalgie evitando il rischio di voler riportare dalla finestra quello che è uscito dalla porta. Questo, sì,  sarebbe un errore che riporterebbe il confronto su un binario morto.  

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