La superficialità è purtroppo una scala con un solo gradino…

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Amico, vigila sui tuoi pensieri perché i pensieri diventano parole vigila sulle tue parole perché le parole diventano azioni vigila sulle tue azioni perché le tue azioni diventano il tuo comportamento il tuo stile, la tua persona.

Enzo Bianchi

Amazon è un’azienda che fa discutere. La sua dimensione  economica, il suo modello organizzativo, la sua capacità di interpretare i limiti creati per un mercato in profondo cambiamento la pongono costantemente sotto i riflettori.

Grandi tematiche  di prospettiva agitano il dibattito. Dall’inquinamento che rischia di prodursi nelle grandi città, alla qualità del lavoro. Dalla possibilità di lavorare h24x7 mentre per altre categorie si stanno discutendo regole sul lavoro domenicale e festivo e, ultimo ma non ultimo, l’uso del tanto vituperato algoritmo. Infine da come queste piattaforme controllano i loro fornitori per evitare forme di concorrenza sleale. Tematiche sulle quali la stessa Amazon si sta interrogando in prima persona.

C’è però il positivo che offre una realtà così complessa che non va sottaciuto. L’opportunità che si apre per le piccole e medie imprese italiane e non solo di affrontare mercati fino ad oggi sconosciuti o impossibili da raggiungere. Un modello di business che sta mettendo in crisi le grandi superfici commerciali ma che rappresenta un’opportunità nuova per altri. Tematiche queste che dovranno essere affrontate  e che presuppongono un lavoro serio e partecipato. Soprattutto delle organizzazioni di  rappresentanza.

Amazon, in Italia  ha scelto Confcommercio e Conftrasporto. Nei diversi incontri, avuti in passato, si è mostrata disponibile sia a comprendere le preoccupazioni relative al controllo sulla gestione delle loro offerte che a sviluppare idee e proposte.

Ha deciso di applicare per i suoi collaboratori  il contratto nazionale di Confcommercio. Unico caso nella logistica dove vigono ben altre situazioni di tensione poco conosciute ma molto più gravi. Un’azienda che non si lascia dettare l’agenda delle sue priorità da nessuno che però è disponibile ad ascoltare e interagire, anche attraverso la rappresentanza, sulle preoccupazioni e sulle aspettative del mondo del lavoro e delle dinamiche concorrenziali.

Un’azienda importante. Per questo mi ha stupito il materiale che mi è stato girato dagli amici della Confcommercio. Inizialmente ho pensato ad una fake news. Non è possibile che un vicepresidente confederale parli con una superficialità da bar sport. Ho controllato. Purtroppo è vero.

Un post su Facebook di un vice Presidente confederale in cui si manifestano  pregiudizi a prescindere su un’azienda associata. Guarda caso, proprio Amazon. Non già un presunto semplice disservizio subito su cui poter esprimere una normalissima critica. Sinceramente non ci volevo credere.  I passaggi, però, sono chiarissimi.  Non servirebbero neanche sottolineature e commenti.

Da Facebook 11 giugno 2019….

All’interno di una normalissima esperienza di acquisto troviamo affermazioni e pregiudizi che non possono essere accettati per il ruolo che la persona ricopre.  Ne cito alcuni: “Mi turo il naso, vista la mia repulsione nei confronti del colosso della logistica, ma ne ho bisogno. Non posso fare troppo la superiore

“….Quale mente bacata può pensare che sia sostenibile economicamente ed ecologicamente una roba del genere! Due furgoni che viaggiano per salire a  xxxx per consegnare due articoli uguali a pochi giorni di distanza, con un’urgenza (per il primo) non richiesta. Questo non è sano, non è sostenibile e non è giusto….”

e continua:

“……Qualcuno sarà stato strozzato per questo doppio bislacco servizio (non richiesto e non pagato). L’ambiente subirà della co2 superflua, qualche operatore logistico sarà stato malpagato. E mi convinco che la mia repulsione iniziale era più che giustificata. Ora ho provato, non parlo solo per preconcetto. Addio Amazon, torna tra i miei incubi peggiori”. 

Fatto la frittata,  l’estensore si ferma qui? Nossignore…

Ad una conoscente  che ribatte di essersi trovata bene con Amazon invitando la scrivente a soprassedere, questa risponde alzando la posta: ”Cara X, il discorso che faccio io non è di comodità, ma di sostenibilità di un sistema che non ha nulla di razionale e che non tiene conto dei danni che provoca. E non parlo solo dei danni al tessuto commerciale, ma al sistema sociale e all’ambiente”.

Un attacco frontale al modello di business di un’azienda raccogliendo nella spazzatura tutte le critiche più estremiste e faziose presenti nel dibattito.

Non so se il  nostro vicepresidente sa che Amazon è iscritta alla Confcommercio di  Piacenza che si trova a pochi chilometri da Reggio Emilia dove credo paghi sostanziosi contributi associativi  visto l’insediamento logistico di Castel San Giovanni. Il mio “non so” non è affatto ironico ma seriamente preoccupato perché il vice presidente in questione ha parlato, in passato, con gli stessi toni della GDO che pure vanta numerose imprese associate a confcommercio.

Non credo che l’Ascom di Piacenza sarà felicissima di conoscere i giudizi sulla loro associata e gli incubi che quest’ultima provocherebbe solo a nominarla ai piani alti di Roma. Fa parte anche di  Conftrasporto, ha scelto,  pur non essendo obbligata, di applicare il contratto nazionale del Commercio (più vantaggioso per i dipendenti rispetto a quello della logistica) di cui il vice Presidente  in questione è pure Presidente della commissione lavoro confederale. La responsabile massima  sulla materia.

Quindi un capolavoro di comunicazione e di sensibilità associativa.

Il personaggio in questione si aggiudica così tre nuovi ruoli che mancavano al suo palmares: esperto  di efficienza logistica, ambientalista  e sindacalista degli autisti terzisti. In compenso, abdica al quarto. Il suo. Quello di rappresentante delle imprese associate. Anche della logistica.  A cominciare  da Amazon.

Vediamo se al prossimo rinnovo di contratto nazionale sarà altrettanto generosa con i sindacati dei lavoratori. O sarà sparagnina come ogni volta che deve pagare i suoi lavoratori. O al contrario se si batterà con la stessa determinazione per espellere dal sistema associativo l’azienda in questione.

Perché delle due l’una.

O per Confcommercio e per i suoi associati un rapporto serio con Amazon rappresenta un valore aggiunto importante in termini di piattaforma distributiva e quindi la presenza della multinazionale in Confederazione è un segnale di disponibilità da coltivare anche per la prospettiva del commercio tradizionale, oppure se questo potenziale di sviluppo sfugge ad un Vice Presidente confederale siamo di fronte ad  una faccenda  seria. Il problema però non credo sia Amazon. Ma il livello, l’approccio e, addirittura,  la superficialità del vice presidente in questione. Almeno questa è la  mia personalissima opinione.

E mentre tutta Confindustria e Federmeccanica in primis si stringono intorno ad Arcelor Mittal sotto attacco dal sistema politico dimostrando come si tutelano le imprese associate anche quando la loro difesa  è difficile e impegnativa sul piano sociale e ambientale in altre situazioni si possono creare danni sempre esonerati dal  doverne dare conto. È semplicemente incredibile…

Mi fermo qui. Invito chi può, a meditare seriamente sull’accaduto….

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