È la notizia del giorno. Tutti i 19 negozi fisici Amazon Fresh nel Regno Unito chiuderanno secondo quanto pubblicato dai quotidiani Inglesi. Cinque verranno convertiti in punti vendita Whole Foods Market, la catena statunitense di alimentari biologici che ha acquistato nel 2017. Uno stop abbastanza clamoroso meno di cinque anni dopo il suo ingresso nel mercato UK, secondo Reuters. Si prevede che il piano di conversione, insieme all’apertura di altri due nuovi punti vendita, porterà l’ attività di Whole Foods a 12 punti vendita entro la fine del prossimo anno. È, credo, la conclusione del percorso partito con l’uscita dei “Tesco Boys” capeggiati da Tony Hoggett e della “vittoria” di Jason Buechel CEO di Whole Foods che ho raccontato in altri post e che non ha mai voluto subire un matrimonio di interesse tra Whole Foods e Amazon Fresh. La conclusione di questo percorso è evidente: Amazon, separerà le attività per sfruttare il marchio Whole Foods esclusivamente per la propria attività di generi alimentari cosiddetti brick and mortar che, tra l’altro vanno molto bene.
Tuttavia, Amazon non rinuncia al Regno Unito e ha dichiarato che sta rafforzando le sue attività di vendita di generi alimentari online, che a suo dire stanno crescendo più velocemente del resto delle sue attività britanniche. Attraverso il suo sito web principale nel Regno Unito, Amazon Fresh online, Whole Foods e le partnership di consegna con i gruppi alimentari britannici Morrisons, Co-op, Iceland e Gopuff, l’azienda offre già più di due milioni di articoli alimentari e per la casa con consegna rapida. Entro l’inizio del 2026, l’azienda prevede di raddoppiare il numero di abbonati Prime che potranno accedere a tre o più opzioni di consegna della spesa, con l’obiettivo di rendere almeno uno dei suoi partner di generi alimentari disponibile a oltre l’80% degli abbonati Prime. Amazon prevede inoltre di aggiungere prodotti alimentari deperibili a milioni di altri prodotti su Amazon.co.uk per la consegna in giornata, un servizio recentemente implementato in più di 1.000 città e paesi degli Stati Uniti. L’azienda ha inoltre sottolineato l’impennata della domanda britannica di beni di prima necessità, con centinaia di milioni di articoli consegnati solo nel 2024, pari a una crescita di quasi il 20% su base annua. Nel primo trimestre del 2025, i prodotti alimentari e per la casa sono cresciuti a un ritmo quasi doppio rispetto a tutte le altre categorie di prodotti e ora rappresentano circa un’unità su tre venduta sul sito web di Amazon nel Regno Unito.
Detto questo occorre aggiungere che Amazon ha imparato in questi 10 anni che il mondo fisico è molto più complicato di quello digitale a causa di tutti i fattori materiali e umani che sono necessari per gestire correttamente un negozio. Ma è qualcosa che sta accadendo un po’ a tutti gli attori del mondo digitale, che quando aprono negozi fisici, la maggior parte (pur con eccezioni), si trasformano in un flop. Al contrario vediamo come molti grandi rivenditori storicamente presenti nel fisico si stiano adattando molto bene al mondo digitale (Walmart, target, Sephora, Home Depot, Best Buy… ecc.), Il percorso dal fisico al digitale è molto meno complicato che dal digitale al fisico. Nel 2021, Amazon ha lanciato il suo primo negozio Fresh a Ealing, nella zona ovest di Londra, che ha permesso ai clienti di uscire con la spesa senza dover usare le casse. Tuttavia, il concetto ha avuto difficoltà a decollare poiché la domanda di acquisti contactless è diminuita alla fine della pandemia e Amazon non è mai stata in grado di rappresentare una seria minaccia per catene come Tesco e Sainsbury’s.
Amazon ha confermato che saranno 250 i dipendenti interessati dalle chiusure, ma ha affermato di voler offrire ai lavoratori nuovi ruoli in altri settori dell’azienda. Ciò avviene nel contesto di una più ampia revisione del modo in cui Amazon affronta il mercato alimentare, con una maggiore attenzione al business Whole Foods. Mentre Whole Foods ha è di,asta sostanzialmente indipendente sin dalla sua acquisizione da 13,7 miliardi di dollari, Amazon sta cercando di esercitare un maggiore controllo sul marchio. Durante l’estate, Amazon ha esteso le sue politiche per il personale aziendale, tra cui la struttura retributiva e i benefit, ai dipendenti statunitensi di Whole Foods, in un’iniziativa volta a integrare più strettamente l’azienda nel gruppo.
Amazon ha inoltre annunciato che intende raddoppiare il numero di abbonati Prime nel Regno Unito, con accesso ad almeno tre delle sue opzioni di generi alimentari, attraverso le partnership con Morrisons, Iceland, Co-op e Gopuff (leggi qui ) A partire dal prossimo anno, gli acquirenti potranno anche acquistare prodotti alimentari freschi, tra cui latticini, carne e pesce, sul sito web di Amazon, ha affermato l’azienda in un comunicato. Nel Regno Unito, l’attività di distribuzione alimentare di Amazon è sottoposta a un controllo sempre più rigoroso, che prevede anche l’obbligo di conformarsi al Codice di condotta per la fornitura di generi alimentari.
A giugno, il Groceries Code Adjudicator (GCA), l’organismo di controllo del settore, ha avviato un’indagine su Amazon in seguito alle affermazioni secondo cui l’azienda non avrebbe pagato puntualmente i propri fornitori. John Boumphrey, Country Manager di Amazon UK, ha affermato che l’azienda resta impegnata a “inventare e investire” per offrire ai clienti britannici più scelta e comodità, promettendo che ulteriori dettagli sulla sua offerta alimentare in evoluzione saranno condivisi nel prossimo anno (leggi qui ). Amazon ha affermato che la chiusura dei punti vendita fa parte di una più ampia revisione delle sue attività di vendita al dettaglio nel Regno Unito, che sposterà maggiormente l’attenzione sul business online. Ma Amazon Fresh non è il solo caso: molti rivenditori, da Poundland a River Island , sono stati costretti a chiudere i negozi negli ultimi mesi. E non saranno gli ultimi: si prevede che nei prossimi 15 anni scompariranno 132.945 negozi in UK. David Gilbert, ex direttore finanziario di The White Company e Karen Millen, hanno dichiarato a Metro che la valanga di chiusure è dovuta ai costi.
I dirigenti di Amazon hanno affermato che l’azienda crede ancora molto nel mercato UK. Si stima che Amazon impieghi più di 75.000 persone nel Regno Unito, la maggior parte delle quali impiegate nei magazzini e nelle operazioni di consegna. In futuro potrebbero essere creati fino a 2.000 nuovi posti di lavoro nei nuovi magazzini di Hull e Northampton. Lo scorso anno Amazon ha pagato 1 miliardo di sterline in tasse nel Regno Unito su ricavi pari a oltre 29 miliardi di sterline. La scorsa settimana, Amazon ha annunciato che avrebbe offerto ai dipendenti un aumento di stipendio superiore ai livelli di inflazione, portando il salario minimo a 14,30 sterline l’ora. Infine l’azienda si è impegnata a investire 40 miliardi di sterline in Gran Bretagna nei prossimi tre anni..