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Personalmente trovo interessante un’apparente contraddizione nella gestione delle risorse umane. Da un lato Amazon chiede ai suoi collaboratori della sede di sentirsi ingaggiati per il Prime Day. Lo aveva già fatto in passato. Secondo The Guardian i dipendenti sono stati invitati a fare volontariato nei magazzini dell’azienda. Non è chiaro quanti hanno accettato l’offerta. Come riportato dal quotidiano, i collaboratori di sede che hanno accolto l’invito hanno avuto  il compito di raccogliere oggetti, preparare carrelli e borse di generi alimentari per la consegna, imballare scatole sui carrelli di ricezione e lavorare per “aumentare il morale di tutti con la distribuzione di snack e bevande”. Spesso i manager, anche da noi,  vanno nei punti vendita in periferia per dimostrare la loro vicinanza al cliente e ai colleghi. In un centro logistico sofisticato sarebbero solo d’impiccio. Un portavoce di Amazon, Griffin Buch, ha spiegato bene gli ambiti “questo supporto è del tutto facoltativo e consente ai dipendenti aziendali di avvicinarsi ai clienti, consentendo al contempo ai nostri team di negozio di concentrarsi sul lavoro di maggiore impatto”.

L’evento Prime Day è una ricorrenza speciale per l’azienda di Seattle che si presenta con il vento in poppa dei numeri. Per il suo primo trimestre chiuso il 31 marzo, Amazon ha riferito che le vendite nette sono aumentate del 9% a 155,7 miliardi di dollari rispetto ai 143,3 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2024. Escludendo l’impatto sfavorevole di 1,4 miliardi di dollari delle variazioni anno su anno (YoY) dei tassi di cambio per tutto il trimestre, le vendite nette sono aumentate del 10%. Le vendite del segmento Nord America sono aumentate dell’8% su anno a 92,9 miliardi di dollari. I guadagni del secondo trimestre sono attesi alla fine di luglio.

Dall’altro lato, non è passato nemmeno un mese, da quando Andy Jassy, CEO di Amazon ha spiegato all’insieme dei dipendenti della sua azienda  che con il potenziale di GenAI (Generative Artificial Intelligence) Amazon “avrà bisogno di meno persone che svolgono alcuni dei lavori che vengono svolti oggi e più persone che fanno altri tipi di lavoro. Per Amazon l’AI, migliora l’esperienza dei clienti con assistenti virtuali interattivi, analisi  e assistenza. Aumenta la produttività dei dipendenti con la ricerca conversazionale, la generazione di codice e la generazione automatica di report. Migliora la creatività e la creazione di contenuti per il marketing, le vendite e lo sviluppo del prodotto. Accelera l’ottimizzazione dei processi con l’elaborazione dei documenti, l’aumento dei dati e l’ottimizzazione della catena di fornitura (leggi qui ).

Un annuncio di riorientamento strategico e quindi un “avviso ai naviganti” dove è chiaro che nessuno sarà garantito. È vero che è difficile sapere esattamente quando questo avverrà temporalmente, ma nei prossimi anni, come ha detto Jassy “ci aspettiamo che questo ridurrà la nostra forza lavoro  totale man mano che raggiungeremo livelli maggiori di efficienza dall’uso esteso dell’IA in tutta l’azienda”. In altre parole il futuro dei dipendenti aziendali di Amazon che lavorano in ufficio è stato potenzialmente messo in discussione. L’IA generativa può essere utilizzata in molti modi in ambito aziendale per aumentare la produttività, promuovere l’innovazione e migliorare l’esperienza dei clienti. Mi immagino, dalle più ovvie come l’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento, lo sviluppo di nuovi servizi e prodotti, l’assistenza ai clienti e la personalizzazione dell’offerta fino alle più complesse che cambiano il rapporto con il cliente, la comunicazione, la gestione delle risorse umane e la cultura manageriale costruita ovunque,  a partire dal novecento. Sfruttando la GenAI, le imprese possono snellire le operazioni, ridurre i costi, migliorare la creatività e fornire servizi e prodotti più personalizzati ed efficaci ai propri clienti.

Nel 1997, Jeff Bezos scrisse la sua prima lettera agli azionisti, in cui delineava esattamente cosa era  Amazon, cosa avrebbe fatto  e come. Anche Jassy ha fatto la stessa operazione senza usare metafore. È andato dritto al punto. Ha delineato i suoi pensieri sull’intelligenza artificiale, ha spiegato come Amazon la stia già utilizzando e come Amazon utilizzerà più intelligenza artificiale in futuro per trasformare l’azienda facendola   diventare ancora più efficiente e reattiva.

“Oggi, abbiamo oltre 1.000 servizi e applicazioni di intelligenza artificiale generativa in corso o costruiti sulla nostra scala, ma questa è una piccola frazione di ciò che alla fine costruiremo. Ci spingeremo ancora di più nei prossimi mesi. Man mano che lanceremo nuove iniziative dovrà cambiare il modo in cui viene svolto il nostro lavoro”. Da queste affermazioni Jassy indica i comportamenti attesi dai collaboratori: “Mentre attraversiamo questa trasformazione insieme, sii curioso dell’IA, istruisci te stesso, partecipa a workshop e segui corsi di formazione, usa e sperimenta con l’IA ogni volta che puoi, partecipa ai brainstorming del tuo team per capire cosa inventare per i nostri clienti più rapidamente  e come fare di più. Quando ho iniziato in Amazon nel 1997 come Assistant Product Manager, ho lavorato con team snelli che hanno portato risultati molto rapidamente. Non avevamo strumenti che assomigliassero a qualcosa come l’IA generativa, ma avevamo ampio mandato, alta ambizione e vedevamo l’opportunità di migliorare (e inventare) la customer experience. Coloro che abbracciano questo cambiamento ci aiuteranno a reinventare l’azienda. C’è molto di più in arrivo con l’IA generativa. Sono eccitato dai nostri progressi, entusiasta dei nostri piani futuri e non vedo l’ora di collaborare con tutti voi mentre cambiamo ciò che è possibile per i nostri clienti, partner e il modo in cui lavoriamo”. Fino a qui Jassy.

Personalmente lo giudico interessante perché questo annuncio non è casuale. Cade in un momento di passaggio epocale e decide di utilizzare una comunicazione trasparente e diretta con i propri collaboratori. “Datevi da fare” è il messaggio. Nessun pregiudizio ma nessuna deviazione dal percorso intrapreso. A bordo non saliranno tutti, questo è evidente ma solo chi sarà capace di cogliere questo cambiamento che trasformerà di 360° l’azienda. Più chiaro di così…. 

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