“Ma vai in Corea!” mi verrebbe a dire parafrasando la pubblicità di Conad. Lì sembra esserci uno scorcio di futuro della GDO. D’altra parte, se mi chiedessero oggi, una previsione a cinque/dieci anni del futuro della GDO italiana e europea partendo dal mio angolo di visuale, non avrei dubbi. Ulteriori concentrazioni pur con formule diverse dal passato, un mix di lavoro povero, autoctono e immigrato, clienti che vanno e vengono dove li porta la convenienza, forte prossimità, anche di qualità, caduta di ogni confine tra retail e ristorazione. Infine ibridazione completa online e offline, dentro e fuori dal punto vendita. Per questo ho trovato interessante il punto di vista proposto su LinkedIn, da leggere e condividere, di Jonathan Le Borgne, editore di “Je Bosse en Grande Distribution”, appassionato della transizione digitale delle aziende. Consulente, formatore e stratega in comunicazione digitale per la grande distribuzione.
“Capire il Retail in Corea significa capire cosa prefigura il commercio di domani in Europa. La Corea del Sud, nota per il suo vantaggio tecnologico e le sue abitudini di consumo uniche, presenta un panorama della grande distribuzione alimentare particolarmente dinamico. Tra tradizione e innovazione, il settore sta vivendo profonde trasformazioni che ridisegnano i codici del commercio al dettaglio. Il mercato sudcoreano della grande distribuzione si articola attorno a tre canali distinti ma complementari. Gli ipermercati e i supermercati tradizionali sono ancora la spina dorsale del settore, offrendo un’esperienza di acquisto completa ai consumatori coreani.
Questi formati “offline” rimangono privilegiati per gli acquisti familiari e i prodotti freschi. Allo stesso tempo, i convenience store occupano un posto unico nella vita quotidiana dei coreani. Aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, questi negozi di prossimità rispondono al ritmo frenetico della società coreana, offrendo molto di più di semplici prodotti per la risoluzione dei problemi. Infine, l’e-commerce alimentare sta vivendo una crescita spettacolare, sostenuta da una popolazione ultra-connessa e da infrastrutture logistiche all’avanguardia. Questo canale sconvolge le abitudini di acquisto e spinge l’intero settore verso una digitalizzazione accelerata. Dei giganti con strategie differenziate. Il panorama competitivo sudcoreano è dominato da diversi gruppi con profili diversi.
Lotte Mart, filiale del conglomerato Lotte, si affida alla potenza del suo gruppo per proporre un’offerta diversificata. Emart, appartenente al gruppo Shinsegae, punta sull’innovazione e sull’esperienza del cliente per mantenere la sua posizione di leader. Homeplus, ex fiore all’occhiello di Tesco in Asia, continua a sfruttare la sua esperienza internazionale. Nell’universo dei minimarket, infuria la battaglia tra CU, GS25 e 7-Eleven, ogni insegna cerca di catturare i micro-momenti di consumo dei coreani. Questi formati ultra-pratici sono in continua evoluzione, integrando servizi bancari, punti di ritiro e-commerce e persino fast food.L’e-commerce pure player non è da meno con attori come Coupang, vero “Amazon coreano”, SSG.com che capitalizza l’eredità di Shinsegae, o ancora Market Kurly che ha rivoluzionato la consegna di prodotti freschi ultraveloci.
1️⃣ Lo smartphone come primo negozio
In Corea, il mobile è la porta d’accesso al commercio: tutto si può acquistare in pochi click, da un pasto caldo consegnato in 15 minuti alla spesa settimanale. In Europa, il mobile è ancora spesso un “complemento” al fisico.
2️⃣ L’ibridazione totale tra online e offline
I coreani passano naturalmente da un’app a un minimarket o a un ipermercato. I brand offrono punti di ritiro e-commerce, live commerce, corner digitali. Questa fluidità è ancora agli albori in Europa.
3️⃣ Il mini-market come fulcro della vita quotidiana
I minimarket (GS25, CU, 7-Eleven) non sono solo luoghi per acquisti tradizionali: sono banche, punti di ritiro pacchi, luoghi per spuntini caldi, distributori di servizi. In Europa, il mini-market è ancora limitato nella proposta commerciale..
4️⃣ Consegna ultraveloce di serie
Coupang o Market Kurly consegnano in poche ore, a volte di notte, con una qualità costante. La consegna “il giorno successivo” che impressiona in Europa è già considerata lenta in Corea.
5️⃣ La battaglia dei modelli logistici
Dietro ogni marchio coreano c’è una logistica integrata all’avanguardia (robotizzazione, ottimizzazione degli hub). L’Europa sta appena iniziando a industrializzare la promessa del “giorno stesso”.
6️⃣ Sconto sui premi
Formati come Lotte Maxx dimostrano che è possibile combinare estetica grezza, prezzi bassi e digitalizzazione. In Europa esiste un hard-discount, ma raramente propone un’esperienza “moderna”.
7️⃣ La vendita al dettaglio come estensione dei social media
Il live commerce è la norma: si compra guardando un influencer cucinare dal vivo. In Europa, i test di live shopping rimangono marginali.
8️⃣ Personalizzazione attraverso i dati
Naver o Coupang conoscono le abitudini di consumo delle famiglie e adattano raccomandazioni, promozioni e logistica. In Europa, la personalizzazione è ancora spesso superficiale.
9️⃣ Consumo pragmatico e veloce
L’esperienza del cliente in Corea non è solo estetica: è progettata per risparmiare tempo (casse automatiche, app fluide, orari 24 ore su 24, 7 giorni su 7). In Europa, l’esperienza è ancora troppo spesso pensata come un “concept store” prima che come efficienza.
1️⃣0️⃣ Un mercato specchio del futuro
L’invecchiamento, la ricerca della tracciabilità, l’ascesa dei prodotti biologici, l’occidentalizzazione dei sapori… Queste tendenze stanno attraversando la Corea più velocemente che altrove. La posta in gioco oggi a Seul è foriera di ciò che trasformerà l’Europa di domani. Ne parlo nella mia ultima rivista: (https://lnkd.in/e5KPR9hD) Parliamo del mercato coreano e vi facciamo fare un tour di E-Mart e Lotte Maxx nei laboratori del commercio di domani.