È raro, di questi tempi, assistere ad incontri dove i tre sindacati confederali confermano una valutazione positiva e unitaria dei problemi sul tappeto. E che. La stessa Confcommercio, che resta la Confederazione più grande del Paese, abbia condiviso priorità e convergenze. È un segnale importante che segue quello, dell’incontro delle tre confederazioni con Confindustria. Un meeting utile a definire i temi del confronto nel comparto del terziario che rafforza il sistema delle relazioni sindacali nel nostro Paese, verifica se ci sono richieste condivise da porre al Governo e i reciproci comportamenti nei prossimi rinnovi contrattuali. Siamo ben lontani dal “bloquons tout” dei francesi replicato in sedicesimo del sindacalismo di base nostrano e quindi potremmo essere all’inizio di una nuova stagione di confronto costruttivo.
Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio, lo ha sottolineato. “Abbiamo avviato oggi un proficuo confronto sul ruolo fondamentale dei corpi intermedi per il futuro del Paese e per affrontare le sfide e le profonde trasformazioni in atto”. Considerato che il terziario di mercato rappresenta circa tre quarti del valore aggiunto nazionale e contribuisce in modo determinante all’occupazione, abbiamo condiviso – ha proseguito Sangalli – una fitta agenda di lavoro comune registrando la positiva disponibilità dei sindacati e un’ampia condivisione di alcune priorità, tra le quali: verifica della rappresentanza e difesa della contrattazione collettiva, della bilateralità e del welfare contrattuale; contrasto al ‘dumping’ contrattuale (fenomeno in crescita che danneggia sia i lavoratori che la concorrenza leale tra imprese), politiche attive per l’occupazione per favorire l’incontro domanda-offerta, con particolare attenzione a giovani e donne, e come potenziare le competenze dei lavoratori per ridurre il mismatch soprattutto nei settori de commercio e nel turismo dove, ricordo, mancano circa 260 mila lavoratori qualificati”.
I tre leader sindacali hanno convenuto e rilanciato. Daniela Fumarola, Segretaria Generale della CISL ha sottolineato: “Dalla contrattazione, alla salute e sicurezza sul lavoro, passando per i salari: “Abbiamo ragionato su questioni che non sono strettamente legate al mondo del commercio, ma con uno sguardo un po’ più ampio”. Le priorità, sia per loro che per noi, riguardano la necessità di combattere i contratti pirata. Anche nel campo della rappresentanza delle imprese, soprattutto nel settore del commercio, del terziario e del turismo, nascono tutti i giorni organizzazioni sindacali o associazioni datoriali che poi vengono riconosciute dalla politica e dal Governo. Questi contratti mettono in discussione i trattamenti economici e le tutele che in tanti anni si sono guadagnate per i lavoratori e le lavoratrici”. Per il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri oltre ai temi sopracitati occorre affrontare “il tema dello sviluppo di un settore sotto pressione, come quello rappresentato dal commercio. In altre parole come aiutare i lavoratori e le lavoratrici a rispondere al meglio alle tante crisi che stiamo attraversando”.
Infine Maurizio Landini Segretario Generale CGIL che ha dichiarato: ”Credo sia stato un incontro importante e positivo perché erano anni che non avveniva un confronto utile e stiamo parlando comunque di un settore, quello del terziario dei servizi, che dà lavoro a 5-6 milioni di persone e gli ultimi accordi interconfederali risalgono al 2015-2016 quindi sono passati troppi anni”. Soprattutto – ha continuato Landini – credo che ci sia un punto comune che abbiamo condiviso, cioè di qualificare ancora di più il ruolo dei contratti nazionali. Abbiamo troppi contratti pirata soprattutto in questo settore, contratti non firmati da organizzazioni comparativamente più rappresentative, che abbassano i diritti e che abbassano il salario”. Abbiamo posto il tema anche degli appalti, dei subappalti, dei sottoappalti, delle finte cooperative perché credo che anche questa sia una battaglia comune da fare insieme alle imprese. E abbiamo indicato la possibilità di chiedere assieme, al Governo, che si vada verso una detassazione degli aumenti dei contratti nazionali. Noi come Cgil pensiamo che sia questa la priorità perché il contratto nazionale, non quello pirata, quello firmato dalle associazioni comparativamente più rappresentative rimane lo strumento di tutela del salario e dei diritti delle persone”.
Interessante, e da sottolineare, la convergenza sulla difesa dello strumento (il CCNL) che inevitabilmente mette la sordina al tema del salario minimo legale. Entrambe le parti sanno benissimo che il CCNL del terziario è già sopra la soglia proposta dai diversi disegni di legge che sono stati depositati. Così come chi era seduto a questo tavolo può aprire a sperimentazioni e innovazioni, sul piano generale, all’interno di un nuovo modello contrattuale che certifichi pesi e rappresentanza, rafforzi il welfare contrattuale ma consenta contemporaneamente convergenze e spazi di autonomia anche ad altre federazioni presenti nel terziario di mercato a cominciare dalla Grande Distribuzione..