Le aziende non sono “solo” i numeri che le caratterizzano. Fatturati, quote di mercato e apprezzamento dei consumatori rappresentano un punto di arrivo di un lungo lavoro. A fare la differenza sono le persone che le animano ad ogni livello e che decidono di dedicare tempo, passione, impegno. Sono il clima (positivo o negativo) che le pervade. La cultura interna, il modello organizzativo e decisionale, lo stile di leadership. Soprattutto quando tutto questo diventa funzionale e strategico rispetto al modello di business scelto. E questo vale indipendentemente dalla dimensione o dalla nazionalità dell’impresa. Le aziende sono quello che sono grazie all’imprenditore che le ha generate, al management che le ha gestite e all’insieme dei collaboratori che le animano. Parto con Amazon che rappresenta probabilmente uno dei “contenitori” più interessanti e performanti di cui se ne ha spesso una visione parziale o ideologica. Un milione e quattrocentomila occupati nel mondo, novecentocinquantamila negli USA. Centocinquantamila in Europa e diciannovemila in Italia. Per chi vuole approfondire l’universo Amazon questi sono i numeri (leggi qui). E questa è la lettera agli azionisti di Andy Jassy (leggi qui). Da leggere assolutamente se si vuole capire la cultura aziendale.
Per comprenderne le traiettorie è fondamentale capire come funziona la testa della “macchina”. A Seattle, certamente, ma anche nei differenti business e nelle diverse parti del mondo. Soprattutto quali atteggiamenti, valori e comportamenti sono richiesti e incentivati, fondamentali per creare un profilo manageriale professionale unitario e condiviso. E cosa cerca Amazon nei candidati che, nel mondo, sono attratti da questa realtà.
I 16 principi di leadership di Amazon sono un buon punto di partenza. (leggi qui). Innanzitutto il focus è sempre sul cliente. Non sulla concorrenza. Lascia agli altri player l’onere di inseguire. Certo, tutti dichiarano a parole la centralità del cliente. L’impressione è che Amazon lo pensi sul serio. L’entusiasmo richiesto alle persone è di stare sempre sull’obiettivo. Il resto segue. Il secondo principio riguarda la responsabilità. “Faresti la stessa scelta, se l’azienda fosse tua?” Resta la domanda centrale di fronte ad ogni decisione. Soprattutto quando l’imperativo è di guardare sempre lontano. Non solo ai risultati immediati che non devono mai compromettere il lungo termine. Il terzo principio è di metodo. Dove si punta sull’innovazione serve semplicità, creatività e attenzione al mondo esterno perché le buone idee nascono ovunque.
Essere leader presuppone avere la capacità di leggere la realtà, avere forti intuizioni ma saper sempre mettere in discussione le proprie convinzioni. Curiosità, voglia di migliorarsi e di imparare caratterizzano il profilo richiesto. Così, per i manager, saper scegliere e motivare i migliori talenti, farli crescere, essere per loro un punto di riferimento. Pensare in grande e pretendere sempre il massimo. Prodotti e servizi di alta qualità non nascono in ambienti che non si mettono costantemente in discussione. Nel business conta la velocità, quindi l’azione, i rischi calcolati sono preferibili all’indecisione così come la frugalità. Puntare sempre ad ottenere di più con meno.
“Non si ricevono punti di merito in azienda nel far crescere gli organici, l’entità del budget o le spese fisse”. Quante volte ho sentito questa frase nelle aziende più performanti in cui ho lavorato! Trasparenza, rispetto per l’interlocutore, fiducia, capacità di fare autocritica, sono caratteristiche fondamentali in un leader così come essere flessibili, attenti ai dettagli e non aver mai paura di dissentire quando non si è d’accordo ma anche di saper condividere e sostenere la decisione una volta presa. La focalizzazione sul miglioramento continuo del proprio business è fondamentale per poter conseguire i risultati attesi.
Infine l’orgoglio delle proprie origini e l’ambizione di voler essere il miglior datore di lavoro al mondo: “Abbiamo iniziato in un garage, ma da allora ne sono cambiate di cose. Siamo cresciuti e oggi abbiamo un impatto nel mondo, anche se siamo tutt’altro che perfetti. Dobbiamo ricordarci di rimanere umili e di prendere in considerazione tutti i possibili effetti delle nostre azioni. Dobbiamo migliorare ogni giorno e dobbiamo farlo per le comunità locali, per l’intero pianeta e per le generazioni future. Dobbiamo iniziare ogni giorno con l’obiettivo di migliorare e fare sempre di più per i nostri clienti, dipendenti, partner e per il mondo in generale. E dobbiamo terminare la nostra giornata lavorativa con la consapevolezza che domani potremo fare ancora meglio. I leader creano più di quanto consumano e lasciano sempre le cose migliori di come le hanno trovate. I leader operano ogni giorno per costruire un ambiente di lavoro sempre più sicuro, produttivo ed efficiente, caratterizzato da una maggiore diversità ed equità. Dimostrano empatia, lavorano con gioia e sanno trasmettere allegria. I leader si pongono queste domande: i miei colleghi stanno crescendo professionalmente? Vengono valorizzati e hanno gli strumenti necessari per svolgere al meglio il loro lavoro? Sono pronti ad affrontare le sfide del futuro? I leader hanno a cuore il successo personale dei propri collaboratori.”Quando si riflette su Amazon e sull’eco sistema che va costruendo non si può prescindere da tutto questo per comprenderne le traiettorie del business.
In una intervista recente, il CEO di Amazon Andy Jassy, oltre a raccontare la sua traiettoria professionale, iniziata in Amazon 28 anni fa, ha suggerito cinque consigli utili per un giovane pronto ad inviare il proprio CV. Il primo consiglio di Jassy è quello di cercare un lavoro che prenda origine dagli interessi e dalle proprie passioni. L’unica condizione che permette di fare un lavoro appagante. Per arrivarci ecco il secondo consiglio: adottare un approccio sperimentale. “Prima di andare da Amazon, avevo lavorato in una trasmissione sportiva, ho allenato una squadra di calcio, ho lavorato in un negozio di golf, facevo gestione del prodotto, ho provato l’investment banking, ho lavorato nelle vendite. Ho provato un sacco di cose, prima di trovare la mia strada” ha detto Jassy.
Quindi essere aperti, disponibili a nuove esperienze, attenti a non perdere tempo se le scelte dovessero dimostrarsi sbagliate. Soprattutto se si è in un ambiente che non favorisce alcun tipo di crescita. Il terzo consiglio di Jassy è di non temere di sbagliare. Occorre essere consapevoli di sé e imparare dagli errori. “Ogni lezione importante che abbia mai avuto come professionista, o nella mia vita, è derivata da errori che ho fatto o che ho contributo a commettere”, ha detto Jassy.
Il quarto consiglio di Jassy, per avere successo sul posto di lavoro, è avere una forte etica del lavoro ed essere un buon giocatore di squadra. “Dimostra sempre di essere qualcuno di cui le persone possono fidarsi”, ha sottolineato. Infine, Jassy ha concluso sostenendo che bisogna aver sempre voglia di apprendere. Mai smettere di studiare, quindi. La formazione permanente, l’apprendimento continuo sono la chiave del successo professionale. A qualsiasi età.
Credo che buona parte di queste indicazioni valgano ovunque. Se dovessi sceglierne alcune che caratterizzano le imprese di successo direi, flessibilità, attenzione ai dettagli e visione a lungo termine.