Grande Distribuzione. Si apre e…. si chiude.

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

In genere si dice che fa più rumore  un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce. Nel comparto della GDO avviene il contrario. Fanno notizia le aperture. Le chiusure siccome, in genere,  sono frutto di location sbagliate o della capacità dei concorrenti di impedirne il successo, vengono prontamente rimosse. Soprattutto se non coinvolgono il personale. Si apre e si chiude, quindi. Ne prendo due tra le più recenti perché le ho frequentate a lungo, pur per diverse ragioni. E mi piacevano entrambe.  Il Gigante di Lonate Pozzolo in provincia di Varese e Banco Fresco a Varedo, provincia di Monza Brianza. Entrambe chiuse da pochissimo.

Ho sempre stimato Giancarlo Panizza, per quello che ha saputo costruire e per come lo ha costruito. Tenere testa ad Esselunga quando quest’ultima azzannava le caviglie a chiunque, non era per tutti. Con lui, Bernardo Caprotti, non l’ha mai spuntata. Prima con le buone e poi con le cattive nell’estate del 1998 tentò una scalata ostile rastrellando quote da decine di soci di minoranza. L’operazione, però, non andò a buon fine perché Panizza riuscì ad impedirla. Questa scorrettezza  il patron del Gigante non l’ha mai digerita. Ricordo la sua soddisfazione quando, come REWE gli abbiamo ceduto l’ipermercato di Castellanza. Due chilometri in linea d’aria  dal punto vendita dell”’arcinemico”. Cinque  minuti  in auto. Altri ci avrebbero pensato a lungo prima di insediarsi così vicino ad un concorrente così performante. Lui no.  È proprio quella grinta che gli ha consentito di arrivare a 5000 collaboratori circa e oltre 1300 milioni di fatturato con gli attuali 18 ipermercati, 25 superstore, 11 supermercati e 10 franchisee. 

A Lonate,  per spuntarla, serviva probabilmente una marcia in più. O qualche anno di meno del leader. Il varesotto è zona Tigros. Una delle realtà più performanti in Lombardia. Insieme ai “cugini” di Iperal riescono a rendere la vita dura  persino ad Esselunga. In un raggio di una decina di chilometri hanno nove punti vendita, poi ci sono i discount e altri agguerriti concorrenti. Capisco che non è affatto facile. Toccherà quindi  ad un discount tedesco raccogliere la sfida? La location, a mio parere,  non è affatto male. Oltre ad essere a ridosso del paese è circondata da aziende. Ovviamente c’è da ripensare all’offerta commerciale. Per ora c’è un piccolo cartello triste appeso sulle vetrine, proprio di fianco alla porta d’entrata. Un messaggio conciso ma chiaro: «Il punto vendita è chiuso». Mentre fanno da sfondo gli scaffali ormai vuoti. Vedremo presto cosa succederà.

Anche la chiusura di Banco Fresco a Varedo mi ha un po’ meravigliato. In una delle mie personalissime classifiche  Banco Fresco l’avevo collocato al 5 posto proprio  per quell’apertura. “Aprire a Varedo (MB), l’ultima in ordine di tempo, di fronte a Eurospin che vende ottima ortofrutta e carni fresche con prezzi convenienti e di fianco ad Esselunga  con i suoi 4.500 metri quadrati e un parcheggio con oltre 870 posti auto è un segno di grande coraggio”. Visto il radicamento di Esselunga a Varedo, avrei potuto parlare di sfrontatezza. mi era piaciuto innanzitutto per questo. Tipico di certe  realtà più giovani e aggressive.

La storia di questa realtà prende il via nel 1992 in Francia. Di fronte ai limiti  dei reparti ortofrutticoli dei supermercati, Denis Dumont, figlio di un grossista ortofrutticolo, decide  di aprire i propri punti vendita nella regione di Lione.  Il “Grand Frais” ha costruito la sua reputazione sul modello dei mercatini domenicali sulla piazza del paese. Allora scrissi: “Cresce  approfittando del fatto che il modello dell’ipermercato e non solo hanno un po’ stancato  i francesi. Il “Grand Frais” si è  sviluppato (https://bit.ly/3heAFUC)  nelle periferie delle città francesi. L’ortofrutta, questo è evidente a tutti, andrebbe ripensata anche da quasi tutta la GDO italiana. Banco Fresco però punta in alto. L’abbondanza dell’offerta dell’ortofrutta è evidente. Aspetto e gusto le priorità. Come nell’intuizione del suo fondatore. Se sapranno confermare anche in Italia questa priorità  avranno di fronte un’autostrada”.

In quel di Varedo non ha funzionato. Un numero insufficiente di clienti  ha “tradito” Esselunga e Eurospin. Un anno fa, Banco Fresco ha però aperto il suo negozio milanese “Fresh”. Un format che mette a disposizione della clientela oltre 3.000 referenze tra ortofrutta, cuore centrale dell’offerta, macelleria, salumeria, pescheria e panetteria. All’interno è presente anche il bar caffetteria, aperto dalla colazione fino a sera. In più, è prevista la consegna a domicilio della spesa in sole tre ore. Una bella novità per la città. In via Moscati, a pochi passi da Corso Sempione. È anche il primo della nuova linea di supermercati di prossimità.  Fresh è ovviamente tarato sui cittadini del centro, per le pause pranzo, per le spese veloci con un assortimento studiato. Raccoglie il testimone da Erbert i cui prodotti di gastronomia continueranno a essere disponibili anche in Fresh arricchendone l’offerta”. Probabilmente questo è il target.

Gianluca Monfrecola, il bravo AD di Banco Fresco me lo ha confermato. “Spiace sempre chiudere un negozio ma il futuro del nostro brand è nei contesti urbani con il format fresh. Rimarranno aperti i “banco fresco” che garantiscono un buon risultato ma soprattutto in un ottica di presenza e nuove aperture ci concentreremo in negozi di vicinato puntiamo alle grandi città e duplicheremo i fresh”.  Come ho già scritto a Milano e nell’hinterland sulla china della pura convenienza di insegna c’è solo da mettersi in coda. Ce ne sono  di  insegne più performanti. Altra cosa è riuscire a declinare la convenienza anche in termini di freschezza e qualità. E convincere i clienti ad entrare sempre più numerosi. Milano, l’ho già scritto, offre praticamente di tutto. Dall’ortofrutta “brutta ma buona” degli ambulanti nordafricani ai mercatini agricoli che ogni fine settimana si piazzano in vari punti della città. E, l’arrivo del nuovo ortomercato, sarà un acceleratore  fondamentale. 

L’ortofrutta rappresenta contemporaneamente il punto forte e la debolezza  della GDO. Eppure è da qui che transita il grosso delle vendite del comparto. Lo spazio quindi su Milano e altrove, c’è. A me l’idea Banco Fresco, soprattutto,  nella sua declinazione Fresh continua a piacermi. Continuerò a frequentarlo. Certo la concorrenza è forte, e convincere, come è riuscita a fare “Risparmio Casa” su tutt’altre tipologie di prodotti che da loro puoi trovare ciò che stai cercando in termini di qualità  e di prezzo non è facile.  Sui freschissimi è un altro film. Altrove però ci sono riusciti. E vedremo presto chi raccoglierà la sfida della location di  Varedo.  

Tweet about this on TwitterShare on FacebookShare on LinkedIn

4 risposte a “Grande Distribuzione. Si apre e…. si chiude.”

  1. Io sono cliente esselunga dal lontano 1982,papiniano milano.
    Qualche volta hi tradito, spesso con poca soddisfazione.
    Oggi con elisenda hanno aggiunto un altro punto a loro favore.
    Che altro dire, le pecche ci sono poche è vero, ecco perché quando sono stato in altri supermercati mi sono sentito spaesato.

  2. Trovo spunto x dire che ci sarebbe un terreno di 34000 mq a legnano fronte strada provinciale x chi volesse fare un supermercato pari a 2500 mq come da pgt food o non food . Fatemi portavoce . Elio…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *