Occupazione e situazione sociale nella UE

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La ripresa economica iniziata nella primavera del 2013 resta fragile e gli sviluppi economici futuri sono tuttora incerti, come riportato nell’ultimo numero della Employment and Social Situation Quarterly Review (Rivista trimestrale sull’occupazione e la situazione sociale) della Commissione europea. La crescita della produzione, in particolare, è stata rallentata dalla debole performance delle tre principali economie: Germania, Francia e Italia.
Tra i grandi Stati membri, il reddito delle famiglie ha continuato a crescere in Germania e nel Regno Unito, mentre è diminuito in Italia, Polonia e Spagna.
La Rivista esamina anche le differenze relative alle disuguaglianze di reddito tra gli Stati membri e pone in risalto l’importanza dell’investire durante tutta la vita nell’acquisizione di competenze, al fine di migliorare l’occupabilità dei lavoratori.
L’occupazione ha continuato a crescere nella maggior parte dei settori dalla metà del 2013. Il numero di ore lavorate è aumentato e, per la prima volta dal 2011, si è avuto un piccolo aumento dei contratti a tempo pieno, oltre a miglioramenti per quanto riguarda la situazione dei giovani. Molti dei nuovi posti di lavoro creati sono però a tempo parziale o a tempo determinato.
L’Italia è anche il paese con il più basso tasso di attività, seguita da Romania e Malta (tutti e tre questi paesi sono al di sotto del 65%, quando il tasso medio di attività è del 72%). La Rivista fa notare anche che nei paesi con i più bassi tassi di attività si registrano anche i più bassi tassi di occupazione femminile.
La disoccupazione resta ancora a un livello prossimo al suo massimo storico, e i disoccupati di lungo periodo costituiscono una quota importante e crescente della disoccupazione totale: quasi 13 milioni di persone sono senza lavoro da più di un anno. Inoltre tra le persone disoccupate una su tre ha perso il lavoro da più di due anni.
La disoccupazione giovanile è leggermente diminuita in quasi tutti gli Stati membri, rimane tuttavia molto elevata in Grecia e in Spagna e addirittura continua a crescere in Italia. Tra coloro che lavorano, quasi la metà ha incarichi a tempo determinato e quasi un quarto ha un impiego a tempo parziale.
Come segnalato anche dall’OCSE, la rivista indica nell’istruzione formale, nella formazione e nelle competenze acquisite nel corso della vita la via per migliorare le probabilità di trovare un lavoro e di accedere a incarichi con migliori retribuzioni.

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